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Carratelli: “I lord bianconeri ancora graziati”

Due giornate a Conte e Bonucci, una giornata a Chiellini per l’aggressione verbale all’arbitro Guida di Torre Annunziata in Juve- Genoa, inibizione a Marotta sino al 18 febbraio. Così Tosel ha punito le velenose intemperanze dei bianconeri che hanno platealmente accusato il direttore di gara di “vicinanza” non solo geografica al Napoli e non avrebbe perciò accordato il rigore finale alla Juve (sull’interpretazione dell’accidentale fallo di mano di Granqvist si continua a discutere). Nella partita precedente il salotto della Juve esponeva striscioni del tipo: “Vesuvio lava i napoletani”, scritto in inglese perché, quando vuole, l’ambiente juventino sa essere composto di lord inglesi (blanda multa del giudice sportivo). L’ambiente juventino, quello ufficiale, responsabile, tecnico, giocatori (la dichiarata antipatia di Marchisio per il Napoli) e dirigenti, sta “preparando” nel peggiore dei modi il clima per la sfida Napoli-Juve al San Paolo del primo marzo. Toccherà alla tifoseria napoletana dare, in quell’occasione, una risposta di stile ed eleganza, gli attributi che lo sbandierato stile-Juve ha irrimediabilmente perso dai tempi di Calciopoli. Torniamo al campo. Non sarà facile per il Napoli sopportare la pressione a tre punti dalla vetta. Ma ci prova. E ci crede. La sfida è lanciata. Negli ultimi cinque turni gli azzurri hanno rosicchiato cinque punti alla Juve, tre jualla Lazio, sette all’Inter. Vanno forte. E la Juve è nervosa. Esagitata e nervosa. Il Napoli corre di più (+15 rispetto alla ventiduesima giornata del campionato scorso). La Juve è migliorata meno (+4). La gioiosa macchina da guerra torinese ha meno slancio, condizionata anche dagli infortuni (Pirlo, Chiellini) e dalle assenze (Asamoah). Una Juve Pirlo-dipendente più che un Napoli Cavani-dipendente. Questo si è visto sul campo. Arriva Anelka, 34 anni, francese originario delle Indie occidentali, giramondo in nove squadre, 624 partite e 206 gol, un fuoriclasse che però è fermo da un mese, famoso per la ribellione al c.t. francese Raymond Domenech che lo escluse dalla nazionale tre anni fa. Dovrebbe “risvegliare” l’attacco addormentato della Juve fra la svagatezza di Vucinic e le punte spuntate. Sopraggiungerà la Champions e richiederà altre energie. Perché il Napoli non dovrebbe credere all’impresa? Il vantaggio dei tre punti della Juve sugli azzurri è quella vittoria dei bianconeri (agli ultimissimi minuti) nello scontro diretto a Torino (o, magari, i tre punti in più conquistati in trasferta). Il “ritorno” si giocherà a Napoli, di venerdì sera, il primo marzo. Sarà forse la resa dei conti. La Juve sembra più dotata per gli scontri decisivi, ma col Napoli ha perduto la finale di Coppa Italia e a Pechino, nella Supercoppa, si sa come andò. Da qui a marzo, il calendario pone molti ostacoli. A cominciare, per il Napoli, dalla prossima partita contro il lanciatissimo Catania (fortissimo in casa, 26 punti come Napoli e Juve, meno forte fuori: appena 9 punti) e poi lo scontro con la Lazio a Roma, quindi la Samp al San Paolo e la trasferta a Udine. Per la Juventus (col “carico” di Coppa Italia e Champions) le trasferte di Verona (Chievo) e Roma (Roma), le partite casalinghe con Fiorentina e Siena. Inutile fare previsioni. Si va avanti sul filo del rasoio ed è una sfida anche psicologica. L’entusiasmo di Napoli, le preoccupazioni di Torino. Sul suo campo, la Juve non ha battuto il Genoa undici contro dieci (altro che arbitro … napoletano) ed è stata battuta, undici contro dieci, dalla Sampdoria. Qualcosa si è arrugginito nella formazione bianconera (neanche Buffon sembra più il migliore). Il Napoli ha intascato 4 punti nelle due trasferte consecutive su campi difficili. Poteva fare di più a Firenze, ha sbancato Parma. I numeri fanno sognare. Hamsik, re degli assist, con 67 gol fra campionato e coppe ha appena superato Canè. Cavani è lanciatissimo verso il record di cannoniere (è già a otto reti dal suo primato di due stagioni fa con sedici partite ancora da giocare). Il problema, ora, è mantenere serenità ed equilibrio. Dopo il doppio flop contro il Bologna, la squadra non si è più distratta (cinque risultati utili consecutivi, quattro vittorie, due in trasferta). Sembra avere conquistato maggiore compattezza, più predisposizione alla lotta e a non mollare mai. Sa che ora deve sudarsi ogni partita e Mazzarri è più “veloce” nei cambi tattici. È probabile che, nei prossimi due match, Catania e Lazio, due partite da febbre del sabato sera, sapremo fin dove potranno osare gli azzurri.

Fonte: Il Roma

La Redazione

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