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Cavani a Londra, stella tra le stelle

E’ Cavani la stella cometa, nel firmamento a cinque cerchi di questa Olimpiade mai così ricca di talenti, di baby-boom, gioventù lanciata alla caccia dell’oro e vecchie lenze che dopo l’orda di tante battaglie si sono prese il palcoscenico, per ribadire la loro caratura: se non ora, quando?
El Matador come l’etoile dell’Opera di Parigi, fari puntati su di lui, alla terza estate lavorativa dopo la Coppa America (2011) e il Mondiale (2010); ma la fila delle ballerine è lunga, toglie il fiato e si snoda da Neymar a Ganso, da Thiago Silva a Pato, da Ramirez a Lucas, da Mata a Giovani dos Santos per finire a Giggs, leggenda che cammina, highlander ossuto e dallo sguardo spettrale che sulla salita dei39 anni da compiere si è caricato sulle spalle i suoi 38 trofei vinti in carriera (trentotto!!!) e ora è qui, per togliersi l’ultimo sfizio e firmare la Storia. Dieci nomi per un’Olimpiade, cercano la consacrazione (Neymar) o il riscatto (Pato) fanno mercato come Ramirez e Lucas; senza dimenticare che dietro a loro scalpitano piedi d’oro come i brasiliani Hulk e Leandro Damiao, gli spagnoli Iker Munian e Javi Martinez, gli uruguaiani Suarez e Hernandez.  L’ha presa male, e sarebbe strano il contrario. La notizia dello scippo alla moglie Maria Soledad ha segnato negativamente la vigilia di Edinson Cavani. I due si sono sentiti immediatamente dopo il fattaccio, Sole ha preso il primo volo buono per Londra e ha raggiunto il suo compagno. Ieri ha parlato l’agente del Matador, Claudio Anellucci: «Sole è ancora sotto choc, ma ci tengo a confermare il fatto che 100 o 200 delinquenti non rovinano una città meravigliosa come Napoli e non incrinano il rapporto fantastico che Cavani ha con la gente. Sì, Cavani si è impaurito fino a quando non lo abbiamo tranquillizzato in serata. Fortunatamente il piccolo Bautista era a casa con la tata: fosse stato anche Bauti in mano a Soledad, a quest’ora parlavamo di altro e certo non con serenità. Le Olimpiadi? Edi riverserà tutta la rabbia in campo. Le Olimpiadi sono una vetrina importante, un’ulteriore crescita professionale con la nazionale». Succederà oggi stesso, a Manchester, dove l’Uruguay affronterà la nazionale degli Emirati Arabi in una sfida il cui destino pare segnato visto che pure i bookmakers quotano gli arabi a 150, più facile che la Regina d’Inghilterra trovi un fidanzato. Il ct Tabarez ha parlato de « La hora de la verdad», l’ora della verità; ma forse esagera, sarà solo l’inizio della rincorsa.  Quattro anni fa a Pechino vinse l’Argentina, e fu il secondo trionfo consecutivo. 1-0 sulla Nigeria in finale. Assist di Messi, gol di Di Maria. In quella squadra c’erano anche Gago, El Kun Aguero, Riquelme, Mascherano e Lavezzi. Tanta roba. Il Brasile arrivò terzo, 3-0 al Belgio. Unica soddisfazione azzurra: il capocannoniere del torneo fu il nostro Pepito Rossi con quattro reti. Altri tempi. Questo è un altro giro di giostra. Queste saranno le Olimpiadi di Cavani o di Neymar, di Lucas o di Ramirez, gioielli sudamericani in vetrina in una edizione in cui la vecchia Europa è rappresentata da Svizzera, Bielorussia, Gran Bretagna e Spagna, che tra l’altro risulta essere l’ultima vincitrice europea, successe nel 1992, esattamente vent’anni fa. Proprio ieri, nel tardo pomeriggio, Cavani ha postato sul suo account di twitter una foto: c’è lui, in braccio ha il figlio, Bautista, sono entrambi in tuta, stesi su un divano, sorridono. «A pocas horas del debut… mirando el campo», ha scritto il Matador. Non è solo un tweet, è una promessa, un disegno ben chiaro nella testa, un obiettivo mascherato da cinguettio.

Fonte: Corriere dello Sport

La Redazione

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