Di Cavani ce n’è uno, tutti gli altri… ce lo invidiano. Tanto che l’asta per Edinson potrebbe accendersi da un momento all’altro e decollare in estate con offerte sontuose. Ma più passa il tempo e più va su l’asticella per i cultori del cannoniere azzurro: chi fosse seriamente interessato dovrà allentare in modo sostanzioso i cordoni della borsa, Cavani è l’impareggiabile realizzatore dell’ultima storia azzurra, colui che ha trascinato il Napoli al terzo posto in campionato ed al passaggio del turno in Champions. E chi lo avrebbe mai detto soltanto un anno fa. La mattanza del Matador è di quelle pregiate, il “phisique du role” particolare, tanto da farlo accostare a fuoriclasse del calibro di Ibra e addirittura Van Basten. Una bestemmia? Per adesso solo un augurio, ma nel calcio non è mai niente scontato. Qualche premessa c’è. Struttura longilinea ma potente, numeri d’alta scuola, gol a grappoli da tutte le posizioni e con tutte le parti del corpo, speed irresistibile e, ciliegina sulla torta, i ripiegamenti in difesa tanto cari a Mazzarri. Basta però che non si ecceda.
IN FOTOCOPIA -Il Cavani di quest’anno è la fotocopia di se stesso un anno fa, ove si pensi che, alla 17esima giornata del girone d’andata, ha le stesse 10 segnature, stavolta con contorno di quattro gol in Champions, mentre l’anno scorso ne fece sette in Europa League. Ira di Dio, forza della natura, Edinson strabilia provocando sindromi da abbandono nel popolo tifoso, per tema che possa lasciare Napoli, e addirittura nei vicini delle prime due abitazioni flegree. Tanto che a Lucrino c’è stata anche per lui una rotonda vicino al mare, onorificenza in passato unicamente ad appannaggio del Pibe, dio del calcio azzurro. Ancora numeri, perché il nero su bianco conta sempre di più. E allora va detto che le presenze ad oggi ammontano a 68, di cui 50 in campionato dall’inizio della sua avventura, e che le reti sono ben 47, quasi la metà di quelle segnate in una carriera avviatasi nel 2005 al Danubio. E vogliamo parlare delle triplette? Ne sanno qualcosa Juve, Milan, Samp e Lazio. Va altresì precisato che tra i dieci centri in campionato non figurano rigori e, nella speciale classifica senza penalty, figurerebbe a pari merito con Di Natale. Insomma, fatti e non parole anche in questa prima rutilante parte del campionato.
AMARCORD -Cavani però non dimentica. Se n’è andato da Palermo portando un pezzo di “Barbera” nel cuore, tanto da ringraziare solo Dio con le dita al cielo. Così aveva promesso e così è stato: domenica sera a Palermo aveva raccolto diversi fischi, ma dopo quell’incredibile tiro a giro da fuori area lo stadio si è sciolto e l’applauso è stato corale. Applauso di ammirazione e di rimpianto. Edinson ha ringraziato con gli occhi e il cuore, la maschera corrucciata quasi pulcinellesca. Alla fine parole sincere e apprezzate: «Il modo di essere paga, ho sempre rispettato Palermo e i suoi tifosi. Questo applauso dimostra che anche loro mi rispettano. Sono contento per questo ma anche per la vittoria della mia squadra, perché il mio pensiero adesso è per il Napoli».
I BUONI PROPOSITI -Del nuovo anno già si vede l’avviata, i propositi, c’è da giurarci, sono sempre quelli: gol a grappoli e sacrifici per la squadra. «Io penso sempre in grande, vogliamo arrivare in alto» a chi gli domanda se l’obiettivo è il terzo posto. «Con Mazzarri viviamo alla giornata, partita dopo partita». Niente tabelle niente limiti, intanto l’attacco del Napoli è secondo solo a quello del Milan e il Matador versione 2012 lotterà sino in fondo per superare di nuovo se stesso.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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