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Cavani lancia la sfida a Maggio: «Caro Christian, ti abbraccio e poi ti batto»

Nella finalina della Confederations Cup in campo i due "azzurri contro"

La «garra charrua», la grinta atavica di quel popolo, se uno non ce l’ha presente basta che si ricordi di quello che successo all’Olimpico, nel novembre del 2010 tra Italia e Uruguay. Una «cattiveria» che bruciava l’erba e la terza vittoria storica della Celeste, col sorpasso sugli azzurri: il bilancio dei confronti adesso pende 3-2 (più 3 pareggi) per gli uruguayani del maestro Tabarez. Era lui in panchina l’ultima volta che l’Italia ha vinto, ottavi del Mondiale ’90.  Quasi un quarto di secolo dopo lui è ancora lì, con il fascino del tempo che lui ha saputo domare. Al suo fianco, in questa vigilia pre-italiana, uno dei suoi tanti «italo-uruguayani» (sono ben 8 i nazionali che giocano nel nostro Paese): Edinson Cavani. Per la verità la sua permanenza a Napoli è da tempo in discussione.

LA CONFESSIONE  – E proprio su questo punto, il Matador, si confessa: «All’inizio tutte queste voci non mi toccavano tanto, pensavo che in questo momento, qui in Brasile, avrei potuto restare tranquillo; ma alla fine lo ammetto che tutto quello che è stato detto un po’ mi ha disturbato; si è parlato troppo di una cosa di cui non si doveva, mi dispiace; ora penso solo a questa partita, per me sarà una grande partita, anche perché lo sapete, io voglio sempre vincere. Però lo ripeto, mi è dispiaciuto quello che è accaduto, ma vado avanti, penso solo all’oggi». E oggi si troverà davanti un altro pezzo di Napoli in Brasile, Maggio: «Lo abbraccerò, sarà bellissimo. E’ stato bravissimo contro la Spagna. Ma non mi sorprende; conosco lui e i suoi compagni, mi aspettavo una grande Coppa da parte loro, malgrado gli infortuni, hanno dimostrato carattere; complimenti all’Italia; speriamo sia una bella partita».

IL MAESTRO  – Ne è sicuro Tabarez, che applaude Prandelli: «L’uomo partita è stato lui, contro la Spagna; ha stupito il mondo, l’Italia ha avuto un’attività molto intensa, non ha avuto una partita facile come noi contro Tahiti, sono stanchi, gli manca qualche giocatore ma avrà carattere, riserve morali, energie. Anche contro il Brasile i numeri, tiri in porta, le situazioni del secondo tempo, dimostrano che è una squadra che non vuole perdere. Ci aspettiamo una partita molto difficile vediamo quale trappola s’inventa Prandelli contro di noi…».

Fonte: Il Corriere dello Sport

La Redazione

M.V.

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