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Cavani re dei bomber a Napoli

A Palermo il gol numero 47. Media da 0,69 reti a partita nessun azzurro come lui

Edinson Cavani mette d’accordo l’aritmetica e la poesia, perché le cifre dei suoi gol non hanno nulla di arido, niente di freddo. Sono tutte autentiche emozioni. Dopo il gol capolavoro di Palermo, El Matador ha appena raggiunto quota 47 gol da quando è arrivato al Napoli: in poco più di un anno e mezzo (68 gare giocate in ogni tipo di competizione, compresa Europa League, Champions e Coppa Italia) ha raggiunto la media-gol spaventosa di 0,69 reti a partita. Come lui nessuno mai nella storia del Napoli: alle sue spalle ha superato il «nemico» Fonseca (0,56 la sua media) mentre sul gradino più basso del podio virtuale c’è il mitico Vojak (0,53 la media, con 103 gol fatti in 195 partite). Niente male, anche perché nella graduatoria compaiono, in ordine: Savoldi, Jeppson, Vinicio, Maradona, Sallustro, Altafini e Careca. Uno spettacolo.
Cavani è divenuto un vero acchiappasogni, uno dei migliori attaccanti approdati in Italia nell’ultimo decennio. Certi fuoriclasse appartengono, poi, a tutti, non solo ai tifosi del Napoli. I suoi numeri sono come endecasillabi. Eccone una scelta. La rete contro il Palermo è la decima della stagione, in media con lo scorso anno, quando dopo 17 giornate aveva segnato sempre 10 gol: in azzurro cinque triplette, oltre alle otto doppiette. Sono 34 i portieri battuti da quando gioca in serie A, e il romanista Curci è quello conciato peggio: 6 palloni raccolti dietro la schiena (Abbiati, Muslera, Benussi e Storari gli altri preferiti, con 4 gol ciascuno). Sedici le squadre che ha «matado» con preferenza assoluta per Atalanta, Lecce e Sampdoria: 6 reti al passivo.
Una meraviglia di giocatore, quasi irraggiungibile per concretezza e spettacolarità. Eppure sembra poter crescere ancora moltissimo, segnare e incantare anche di più. Cavani non pare avere limiti tattici, tecnici, atletici, mentali. Gioca in una squadra molto forte dove rappresenta il meglio. Edi è potenza e classe. Possiede robustezza strutturale e in certi momenti sembra la migliore sintesi planetaria di tecnica e forza insieme: il tiro dal limite allo scadere dei 5 minuti di recupero contro il Lecce, che il 19 dicembre del 2010 regalarono i tre punti, si è infilato all’incrocio dei pali è probabilmente il gol più significativo (e forse persino il più bello) dei 47 fatti fino ad adesso.
Una storia di realizzazioni iniziata, però, con un gol fantasma: quello alla Fiorentina quando il suo colpo di testa la palla non varcò la linea di porta. Destino del Matador. Nell’elenco figura il superbo pallonetto alla Lazio, sempre allo scadere, che valse il 4-3 e il pass per la Champions. Freddezza e precisione. Incantevoli prodezze, compresa quella di domenica sera alla sua ex squadra, il Palermo. E come dimenticare «lo scorpione» contro la Juventus?
A guardare i numeri, Cavani combatte davvero bene contro tutti: 10 gol, per l’appunto, quest’anno (su un totale di 32): segna una rete ogni 131′ (Pandev ne fa uno ogni 197′). Qualcosa da brividi, più o meno sulla scia della fantastica stagione passata (1 gol ogni 123′). Ha saltato solo due gare, quelle con l’Inter e la Juventus, andando in campo complessivamente per 5894 minuti (solo una volta non da titolare, col Chievo). A gennaio di un anno fa era in cima alla classifica dei cannonieri, con Di Natale ed Eto’o. Ora con lo stesso numero di gol è al quarto posto (davanti il solito Di Natale e poi Ibrahimovic e Denis). Altri 4 gol, poi, li ha firmati in Champions League: Napoli è definitivamente ai piedi del suo implacabile cecchino.
Non c’è dubbio che gli occhi di tutti siano posati sull’uruguaiano, il cannoniere più prolifico della storia azzurra. Cavani è un vero signore del gol: ha segnato in ogni maniera con la maglia dei partenopei, di sinistro (6 volte), di testa (8), su rigore (7) ma ovviamente il suo piede preferito resta il destro (26 gol).
È l’oro di Napoli e del Napoli. Per De Laurentiis è senza dubbio l’affare migliore della sua vita: nell’estate del 2010 ha versato nelle casse del Palermo 4 milioni e mezzo, l’intero cartellino della sua stella è costato circa 17 milioni pagabili in quattro rate annuali. Edinson, ora, vale almeno il triplo, forse addirittura il quadruplo. Ma il presidente non lo molla. Neppure dinnanzi alle offerte degli sceicchi della Premier e delle big della Liga.

 

Fonte: Il Mattino

 

La Redazione

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