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Cavani show, è semifinale

El Matador elimina l’Inter Azzurri, storica qualificazione in Coppa Italia: ora il Siena

In coppa, italiana o europea che sia, il Napoli è indomabile. Si è qualificato per la semifinale di Coppa battendo l’Inter con due gol di Cavani, quelli che hanno aperto e chiuso il secondo tempo, un rigore e un contropiede magistrale. Il Matador ha consegnato agli azzurri la doppia sfida con il Siena, che nel pomeriggio aveva eliminato il Chievo. Il match contro l’Inter – club con un monte ingaggi una volta e mezza superiore a quello del Napoli, volendo usare il termine di misura di Mazzarri – ha esaltato la squadra,
E l’ha esaltata al secondo importante obiettivo stagionale centrato, dopo la qualificazione agli ottavi di Champions: grande personalità e concentrazione e l’implacabile Cavani.
Sciolti i dubbi della vigilia, Mazzarri ha deciso di effettuare il minor numero di cambi rispetto alla partita di campionato pareggiata a Siena: Zuniga per Dossena e Lavezzi per Pandev. L’Inter, lasciati a casa gli influenzati Lucio e Pazzini, ha proposto una formazione equilibrata, cercando anzitutto di tenere sotto controllo il tridente azzurro e di arginare gli esterni Maggio e Zuniga. Il Napoli ha cercato di tenersi corto nel primo tempo e così i difensori centrali sono andati meno in sofferenza rispetto alle ultime partite, segnate da incredibili errori. In particolare, Cannavaro è stato puntuale negli interventi. L’atteggiamento guardingo dei nerazzurri ha consentito al Napoli di avere a disposizione nel primo tempo un limitato numero di occasioni. Gargano ha trovato lo spunto buono al 15′, lanciando sul lato destro Maggio: ha saltato Chivu, però ha calciato verso Castellazzi, sprecando una buona opportunità. E poco dopo si è presentato al tiro, su punizione, lo stesso centrocampista uruguaiano: palla di poco a lato (19′).
Il Napoli, che aveva messo da parte gli impacci esibiti in campionato contro Bologna e Siena, ha provato ad alzare il ritmo, però l’Inter si chiudeva. Raramente i nerazzurri si facevano vedere dalle parti di De Sanctis. Anzi, nel primo tempo Sneijder si segnalava esclusivamente per un intervento con il piede a martello sulla tibia di Gargano, alla mezzora: fallo probabilmente da valutare da espulsione ma non sanzionato e questo provocava la dura reazione dell’uruguaiano, con relativo parapiglia. «Salvato» Sneijder, l’arbitro sorvolava su un altro intervento di Chivu, da ultimo uomo, su Cavani al limite dell’area: il rumeno era già sulla lista degli ammoniti, era graziato.
Celi era più attento in occasione dell’episodio nell’area nerazzurra che apriva la ripresa. Al limite Cavani perdeva palla, poi la sottraeva a Thiago Motta. Alla sua ultima apparizione in nerazzurro, il centrocampista voluto da Prandelli nella Nazionale multietnica tentava di riappropriarsi del pallone, però commetteva fallo da rigore. Sul dischetto ancora Cavani, per nulla turbato dall’errore commesso a Siena tre giorni prima. Anzi, il Matador calciava con forza verso il suo lato sinistro, là dove domenica si era tuffato Pegolo, parandone il colpo. Castellazzi si è buttato dall’altra parte e Cavani ha potuto far festa con la ridotta platea del San Paolo: larghi spazi vuoti sugli spalti, il freddo e il caro-biglietti. L’Inter, che aveva inserito Alvarez al posto di Obi, si lanciava all’assalto, concedendo maggiori spazi. Al 12′ c’era un altro episodio, stavolta nell’area del Napoli: trattenuta di Maggio su Milito, fallo da rigore e forse da sanzionare con un cartellino per l’esterno azzurro, ma Celi ammoniva l’attaccante dell’Inter.
Saliva il livello non solo tecnico della partita, ma anche quello della tensione. Il Napoli si disponeva per proteggersi dall’assalto dell’Inter e per lanciarsi in contropiede. Sneijder ci provava dalla lunga distanza: pronto De Sanctis a respingere la punizione al 15′; a lato il pallone calciato un minuto dopo dall’olandese. Il perfetto Gargano dava buona protezione al centrocampo, attenti i difensori sul tridente creato da Ranieri. Alvarez (26′) si presentava in area però sbagliava l’attimo per il tiro e il pallone era facilmente bloccato da De Sanctis. Le occasioni per chiudere la partita capitavano una volta sul piede di Cavani, che non riusciva a liberarsi dalla pressione di Ranocchia, e l’altra su quello dell’ex nerazzurro Pandev, che aveva dato il cambio a Lavezzi. La pressione dell’Inter veniva meno nel recupero, peraltro De Sanctis e i suoi compagni riformavano un solidissimo muro (gli azzurri non avevano subito gol per l’ultima volta in casa il 19 novembre, partita contro la Lazio) e proprio nell’ultima azione ecco il raddoppio. Contropiede avviato da Pandev, pallone a sinistra per Cavani: saltati Ranocchia e Castellazzi, il Matador sistemava il pallone nella porta dell’Inter, festeggiando con il popolo azzurro il gol numero 18.

 

Fonte: Il Mattino

 

La Redazione

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