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Cavani: “Sì, Napoli ti amo e vinciamo”

«Lo scudetto? Lotteremo fino alla fine senza mollare mai»

La carica dei 101 (gol). Uno dietro l’altro, tanti decisivi e anche splendidi. Mai banali, comunque, perché lui, Edinson Cavani, è uno che risolve. L’ultimo esempio? Dietro l’angolo, Parma: sbaglia una volta, magari anche due o tre, però alla fine è lui a rendere onore a un assist geniale di Insigne, e a infilare Mirante in un momento di terrore autentico. Pesava quintali, quel pallone, eppure il Matador non ha battuto ciglio: giornata un po’ così? Tutti calmi: un colpetto da battere c’è sempre. Il numero 101, per la precisione. Fondamentale: «Lo scudetto? Non molliamo. Lotteremo fino alla fine» .

STATISTICI AL LAVORO – E allora, tutti ai piedi di Edinson. Edi il cannone, cannoniere implacabile: con quello di domenica al Tardini sono 18 i gol realizzati finora in campionato, 5 meno della stagione precedente (conclusa con 23 reti) e 8 meno della prima in maglia azzurra (conclusa con 26). Il fatto, però, è che il girone di ritorno è appena cominciato. Numeri strabilianti, stratosferici per l’uruguaiano; dannazione per gli statistici, dovendoli aggiornare di continuo: 27 i suoi centri stagionali in 26 partite tra coppa Italia (1), Supercoppa italiana (1), campionato (18) ed Europa League (7), di cui detiene temporaneamente gli scettri di capocannoniere.

TREMANO CARECA E ALTAFINI – Fa paura a tutti, il Matador: delizia degli appassionati, uomo nero per gli avversari. Tremano anche Antonio de Oliveira Filho in arte Careca e José Altafini, al suo cospetto, ma in questo caso ancora per un fatto meramente statistico: rispettivamente 96 e 97 i gol realizzati dai due brasiliani con il Napoli, in ogni competizione, soltanto 3 e 4 più di Cavani. Che dunque incalza a 93, e anzi si avvia a scalare posizioni e a scalzare prima l’uno e poi l’altro, puntando il quarto posto in solitaria della speciale classifica dei bomber azzurri di sempre. Con davanti soltanto Vojak (103 gol), Sallustro (107) e re Diego Maradona, primo a 115.

LA DEDICA – Segnare a valanga è il suo credo, certo, ma la missione che gli sta riuscendo partita dopo partita è un’altra: trascinare e poi spingere il Napoli a sognare. A sognare in grande, perché la Juve è a tre punti appena e il prossimo scontro diretto è in programma al San Paolo. Il 1° marzo. C’è tempo, altro che storie, e prima di tutto ci sono il Catania, la Lazio e così via. Edi, però, non può restare indifferente quando domenica, sul palco del “Gran Galà del calcio Aic 2012” , ritirando la corona di principe degli attaccanti della squadra ideale del campionato, lo stuzzicano sull’argomento a tre colori: «Lo scudetto? E’ difficile, però lotteremo fino alla fine senza mollare mai. Speriamo di poter realizzare qualcosa di importante alla fine di questa stagione» . E ancora: «E’ sempre bello ricevere un premio, soprattutto se a votarti sono i colleghi. Voglio dedicare questo riconoscimento ai miei compagni di squadra del Napoli: è grazie loro che posso crescere e vincere premi» .

CHE AMORE – La speranza e la dedica. E poi un amore grande che più non si può: «Quanto amo Napoli? Tanto, tanto, tanto» . Tre volte. Così. Immenso Edi. Immenso il suo sorriso che illumina la platea e anche l’anima di una città che in lui ormai s’identifica totalmente: la fame e la voglia di vincere del popolo sono quelle del Matador.

AMICO WALTER – Ieri all’allenamento, Edinson non c’era così come Insigne, De Sanctis e Maggio (infortunato ma oggi in campo con un tutore); ovvero tutti gli altri premiati della notte milanese. Milano, sì, che per il Matador significa anche amici e connazionali: gli interisti Alvaro Pereira ma soprattutto Gargano. Compagni nella Celeste e fino all’altro ieri anche nel Napoli: i due si sono salutati e hanno trascorso un po’ di tempo insieme.

Fonte: Il Corriere dello Sport

La Redazione

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