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CdS – De Laurentiis “Il nostro obiettivo è arrivare tra le prime cinque”

Scaramanzia: il presidente del Napoli non vuole pronunciare la parola scudetto

Si pensa, ma non si dice: e fa niente se la classifica è una tentazione così osè da lasciarti senza parole. Il lin­guaggio della Napoli che galleggia nel­l’olimpo è un miscuglio magico di caute­la e tatticismo dialettico e il De Laurentiis costretto a fronteggiare l’evidenza d’una realtà da favola, è un dribblomane scaramanti­co che sorvola il bello del­la diretta del Tg1 di prima serata e si sveste d’investi­ture tricolori: «Con Maz­zarri sono ormai tre anni che lavoriamo assieme e abbiamo una modalità alla quale non sfuggiamo: il nostro pensiero fisso è la prossima par­tita ed oltre non ci spingiamo…».

CIAK, SI VIRA – S come superstizione, C co­me capolavoro, U come uragano, D co­me diabolico, E come elettrico, T come tormentone, T come tritatutto, O come orgoglioso: in fin dei conti, potrebbe es­ser un giochino da settimana enigmisti­ca intrufolarsi nel Napoli e nei suoi so­gni, nei desideri, ma dieci punti in clas­sifica e lo 0-3 di Milano all’Inter restano dettagli d’una stagione da vivere nella penombra, provando a controllare gli istinti e persino l’euforia, fingendosi di­stratti oppure semplicemente glaciali:

«Dunque, continueremo a ragionare al­lo stesso modo, perché ci farebbe molto male pensare a traguardi lontani, per­ché ci potrebbero distrarre; perché poi ci potrebbero poi deludere. E allora, a me va benissimo arrivare e rimanere tra le prime cinque sino a qualche settima­na dalla fine del campio­nato e poi vivere in su­spense… ».

ROCCHI & BLATTER – La re­surrezione partita dal bas­so, persino dalla scantina­to, finanche dalla Falli­mentare, s’è completata con la Champions, con la frequentazione ormai stabile dell’alta classifica, con quel ruolo da prim’attore ritagliatosi sul set di san Siro; ma ciò che rimane d’una notte indimenticabile per De Laurentiis è la rabbia di Moratti nel rievocare Rocchi e il suo arbitraggio: «Ci siamo tutti quanti inquietati in passato, chi più e chi meno, per certe decisioni arbitrali: è successo al mio amico Zam­parini, è successo al mio amico Lotito, è successo anche me. Moratti, da deluso qual è, fa bene a lamentarsi. Ma io mi chiedo perché mai nel 2011, con una tec­nologia ultramoderna in grado di gui­darci, dobbiamo essere governati da un 75enne che ignora l’evoluzione. Non sappiamo cosa ci sia dietro a tutto ciò. Ovviamente, spero nulla»…

NON VIOLENTI – Da Milano all’universo, passando attraverso il rischio della vio­lenza ( « non credo che certi arbitraggi possano favorirla, i tifosi tutti hanno fat­to passi da gigante e dato prova della lo­ro maturità ma noi dobbiamo lavorare per garantir loro lo spettacolo ») e la ne­cessità di controllarla prevenendola: «E’ strano che Berlusconi abbia detto che ci sono difficoltà a costruire nuovi stadi. Dopo tante volte in cui è stato presiden­te del Consiglio e presidente del Milan, sentire certe affermazioni proprio da lui lascia un po’ amareggiati. Io spero sem­pre che sia possibile importare il model­lo inglese che offra serenità al pubblico. C’è una legge che sta lì a languire da tre anni per consentire la costruzione di nuovi stadi. Credo che Berlusconi stia facendo brutte figure, ora».

BENVENUTO, DIEGO – Il Napoli del Terzo Millennio è il ponte che collega la felici­tà dell’era moderna all’incancellabile belle epoque i pensieri sparsi di qualsia­si riflessione conducono sistematica­mente a Maradona: « Welcome, Diego. Abbiamo provato, con Bagni, a creare i presupposti per un’amichevole tra il suo Napoli e questo. Ma lui deve risolvere un pregresso con il fisco e non siamo riu­sciti nell’intento».

La Redazione

A.S.

Fonte: Corriere dello Sport

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