A Walter Mazzarri viene ancora l’orticaria se pensa al Chelsea: «È stato come andare a Roma senza vedere il Papa» . Beh, mai come in questa occasione Roma è di nuovo a un passo. E secondo le nozioni della geografia calcistica, questa volta diversa da quella dei libri di scuola, tra il Napoli e la capitale c’è Siena. Il Siena. Che oggi arriva al San Paolo con l’animo leggero di chi non ha nulla, ma davvero nulla da perdere. «Noi siamo i favoriti, ed è per questo che dovremo stare ancora più attenti e sereni. Voglio la finale, la vogliamo tutti: ma questa partita è più difficile di quella dell’andata con il Chelsea» .
NOI E LA CITTA’ – Mazzarri non esagera, no. E nonostante eviti le sentenze da dentro o fuori, è perfettamente consapevole dell’importanza della notte del San Paolo. «Noi e il pubblico dovremo essere una cosa sola: è fondamentale giocare in uno stadio pieno, ed è importantissimo che la gente dia una mano a tutti i ragazzi a restare calmi e tranquilli» . Carica Mazzarri, come il generale Custer. «Chiamo a raccolta il pubblico» . Con tanto di squilli di tromba. «Conquistiamo la finale insieme. Ma per ribaltare la situazione, serve un clima positivo: credo che potrà anche essere una sfida brutta, bloccata, ma i tifosi dovranno sostenere e applaudire la squadra fino all’ultimo istante» .
GOL SUBITO – Il popolo azzurro farà la sua parte, c’è da scommetterci. Come il Napoli. Gli sfrontati scugnizzi di decine di imprese, oggi più che mai, dovranno spremere cuore, polmoni e cervello. «Il carattere è venuto fuori anche a Udine, non mi preoccupa, ma la chiave è sbloccare il risultato al più presto con cinismo e intelligenza: all’andata ci siamo complicati la vita, mentre ora dovremo essere bravi a creare le solite occasioni ma anche a gestire con logica e intelligenza le ripartenze del Siena. Non voglio frenesia. Questa volta siamo noi i favoriti a ogni costo, e dunque non dovremo cadere nell’errore di Londra: siamo nel pieno di un processo di crescita che ha già dato tante soddisfazioni, ma essendo giovani e a volte ancora poco bravi a districare certe situazioni, avvertiamo troppo il peso delle responsabilità. Quando siamo schiacciati dal dover fare, dall’imperativo, incappiamo in errori anche banali. A Stamford Bridge è accaduto questo. Ed è l’elemento che manca per diventare una grandissima squadra» .
IL PRESTIGIO – Il Chelsea ricorre ancora. Sempre e comunque. Lezione o batosta, fate vobis. «Ci penso ancora, è ovvio, ma ora la priorità è la Coppa Italia: una manifestazione prestigiosa e importante, soprattutto per il procedimento di maturazione di cui parliamo da sempre» . Vale la stagione? «Sono cose a cui non penso. Vogliamo la finale, lo ripeto, ma i bilanci si fanno sempre a fine anno» . Mazzarri, tra l’altro, la finale di Roma l’ha già giocata con la Samp nel 2009: vinse la Lazio. «Per un calcio di rigore…» .
TITOLARI – Le chance, comunque, non mancano mai nel calcio. «Per noi ma anche per il Siena, che merita di essere arrivato fino a qui. Loro, tra l’altro, hanno due risultati a disposizione, ed è per questo che magari posso pensare a una partita bloccata» . A un bunker? «Ma non so Sannino cosa deciderà…» . E lei cos’ha deciso? «Lavezzi ce la farà» . E anche Maggio e Cavani. E poi dentro gli altri luogotenenti, con il cruccio di Grava che non è convocato perché ancora non è al meglio: probabilmente avrebbe giocato. Finale dedicato al mercato. Come sempre: «Io all’Inter? È una menzogna. Io resto a Napoli» . Per andare a Roma. E magari organizzare l’udienza papale.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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