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CdS – Mazzarri: “Tenori in calo? Ci può stare”

Il tecnico partenopeo: "Hamsik quando sta bene può giocare ovunque"

Top secret. Spy story in perfetto stile John le Carrè ma con aspirate toscane. Walter Mazzarri ci scherza su, ma poi chiude porte e finestre e sorride. Niente indicazioni e neanche spifferi: formazione blindata, chiusa a tripla mandata nel cervello. Nessun vantaggio a Reja: «No, niente: lui qua già conosce tutti?». Troppo alta la posta. Troppo importante la sfida di sabato con la Lazio. E allora, prove e idee. Valutazioni e tentazioni: tipo la coesistenza di Hamsik, Cavani, Lavezzi e Pandev. Il grande ex che brilla e scalpita. E poi? Riscattare l’orgoglio ferito. Reagire e ancora reagire: è questo lo slogan ripetuto. Cantato. Suonato da Mazzarri. E mai come in questa occasione, la sinfonia di sottofondo è quella della Champions.

 

Come mai ha deciso di anticipare la chiacchierata con i media a tre giorni prima della partita?
«Beh, qualcuno dimentica che negli anni scorsi abbiamo sempre fatto un punto della situazione il martedì e prima della gara. E poi questa volta siamo in emergenza piena e bisogna restare concentrati».

Non convince, lo sa? Sembra più che l’idea di fondo sia blindare la formazione. A proposito: senza Maggio, Gargano, Zuniga e Dossena, che Napoli sarà con la Lazio?
«No, no, giuro che non sono in grado di dire nulla. Non posso: lo vedrete sabato. Non voglio dare indicazioni a Reja: siamo menomati, e poi lui conosce già tutti da queste parti. Non voglio dargli altri vantaggi».

L’emergenza, innegabile, implica però una serie

«Mai preparata una partita con così tanti indisponibili. Devo capire come giocherà la Lazio»

di necessità: tipo Britos, che se giocasse Kozak sarebbe il perfetto corazziere-saltatore.
«Ecco, sì. Britos ci sarà. E ci sarebbe stato anche con il Catania, se non avesse avuto l’influenza».

Una notizia l’ha data, bene. E Pandev?
«Non do altri vantaggi. Sta molto bene in questo momento».

Lavezzi?
«E’ molto motivato, si sta allenando duro come mai: sa di non aver giocato da Lavezzi nelle ultime due partite e ha tanta voglia di riscatto. Ora è un leader vero».

E di Hamsik cosa dice?
«Quando sta bene, Marek può giocare in tutti i ruoli. Tranne in difesa. Ma poi scusate: non mi pare che quando Ibra non sia al top, Allegri lo tenga fuori. Se i migliori sono sottotono, non bisogna fare altro che lavorare sul campo e poi un po’ di psicologia. Come facciamo sempre».

Due più due fa 4-3-3, con i quattro tenori tutti dentro: inversione di tendenza?
«Se le punte ripiegano e difendono, tutto può essere. Ma bisogna capire che, quando di fronte ci sono avversari con tre punte, giochiamo sempre con la difesa a quattro. Comunque, non confermo cambi né vi dirò il modulo: dico solo che cerco sempre di trovare l’equilibrio giusto, anche rispetto a come si schiera l’avversario». 

 

Può però raccontare com’è la vigilia: sabato il Napoli si gioca un bel pezzo di terzo posto e di Champions.
«Questa squadra non ci sta mai a perdere, e sebbene la sconfitta con la Juve ci possa stare tranquillamente, a maggior ragione se è la prima in 6 scontri diretti, è ovvio che non l’abbiamo ancora digerita. Soprattutto perché si tratta di una partita molto sentita dalla città. L’orgoglio è ferito, e proprio per questo sono fiducioso: dopo una sconfitta è sempre arrivata una grande reazione».

Come si dice: il morale della truppa è alto.
«Non credo esista in giro un gruppo così unito e coeso come il nostro. Siamo carichi e concentrati. E ripeto: sono convinto che il nervosismo della sconfitta con la Juve sarà trasformato in energia positiva».

Capitolo giovani: il presidente ha manifestato la sua voglia di linea verde. Si riferiva a Vargas?
«Questo ragazzo ha doti incredibili, ma non posso bruciarlo. Non voglio bruciarlo: ricordate cosa è accaduto quando l’ho schierato dall’inizio con il Cesena in Coppa Italia? Sbagliai. Lui deve capire il calcio italiano e io provo ad aiutarlo nel modo che ritengo adatto. Napoli si aspetta sempre risultati eclatanti, pretende molto, e chissà cosa si direbbe dopo una sconfitta, se lo facessi passare davanti a Lavezzi, Cavani e Pandev. Va inserito gradualmente, altrimenti poi non sarebbe più proponibile e bisognerebbe regalarlo altrove. Dove c’è meno pressione». 

De Laurentiis ha anche detto che farebbe giocare ragazzi di 19, 20 e 21 anni.
«Se si punta alla salvezza, e avendoli, posso anche schierare undici giovani. Prendete la sconfitta con il Chievo: ho cambiato, abbiamo perso per l’errore di un ragazzo che aveva giocato bene, ed è successo il finimondo. È tutta una questione di obiettivi: nella Juve gioca Bonucci, ma è un giovane consacrato. Come Hamsik, del resto. Se parlate di Fernandez, credo che abbia giocato più di quanto tutti s’aspettavano. E sta crescendo molto bene». 

Fonte: Corriere dello Sport

La Redazione

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