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Non c’è due senza tre: Callejon è il bomber che non ti aspetti

Uno, due e tre: e in quel balzo in avanti, la corsa folle verso la felicità, c’è la sintesi d’una idea già prospettata a Cuarto e poi legittimata dal campo. El galactico è un hombre vertical che cento ne fa e un’altra ne pensa: ma quando l’Atalanta è ancora in vita, confessandosi in Spagna, l’ala che spinge a volare in alto sa già quel che vuole. «Siamo partiti bene e siamo in condizione ideale per continuare: questo Napoli è da scudetto». La scaramanzia è materia squisitamente italiana, spiccatamente partenopea: e mentre l’ennesimo assalto alla vetta sta per cominciare, il desiderio è in quella profezia del bomber che non t’aspetti, un tap in e poi via incontro all’abbraccio collettivo, la firma in calce ad una nottata che lo proietta nell’elite dei cannonieri, alle spalle di Hamsik, e irradia luce nuova su quel San Paolo quasi incredulo dinnanzi a tanta abbondanza. Callejon: ancora lui, di nuovo lui, e segna sempre lui.

COME VA – Buona la prima, buonissima la seconda e ottima la terza, consumata (in avvio) in panchina e poi sfruttata per dare un senso alla propria serata, per ribadire ciò che s’è intravisto tra il Bologna e il Chievo, per scacciare via i fantasmi lasciati agitare per un’ora abbondante da un’Atalanta irriducibile, raccolta intorno al Napoli e pronta a succhiargli il sangue dalle caviglie sino all’irruzione di Callejon, alla perfidia di un avvoltoio che piomba sul colpo di tacco di Dzemaili e consegna ai quarantamila il diritto a fantasticare, come anticipato. «Il Napoli per me è una grande sfida: Hamsik e Cannavaro sono punti di riferimento, ma qui tutti si sono ambientati in fretta, Vogliamo qualcosa di importante e possiamo ottenerlo: non conoscevo Benitez, devo dire che è un grande allenatore».

CREDERCI – Tre su tre: queste son medie da incantatore d’area di rigore, queste sono abitudini da star ma il Callejon che si pone dinnanzi allo specchio e riguarda il suo avvio incontenibile preferisce definire i contorni di se stesso, della sua indole, della propria umiltà. «Io non credo di essere una stella. Questa è una straordinaria avventura, nella quale vorremmo ottenere qualcosa di importante. Proveremo a vincere lo scudetto e lo faremo con entusiasmo. Siamo solo all’inizio». Ma s’è già capito Callejon…

Fonte: Il Corriere dello Sport

La Redazione

M.V.

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