Altro che il derby con la Juve Stabia. Oggi c’è il Verona al San Francesco: sfida coinvolgente, dai mille contenuti tecnici ed extracalcistici, un testa-coda che infiamma e che preoccupa. E che vive di un precedente pericolosissimo: la sfida dell’andata. 21 ottobre 2011, venerdì sera, stadio Bentegodi di Verona: a margine della sfida – pareggiata uno a uno sul campo – ci furono gravi disordini tra le due tifoserie. Il bilancio della serata? Dodici persone arrestate, otto di «fede» rossonera, quattro di «fede» gialloblù. Bilancio che, però, non aveva fatto i conti con l’episodio chiave dello scontro: ovvero il «furto», da parte dei rossoneri, di uno striscione appartenente al tifo gialloblù. Un episodio che quelli del Verona non potranno mai dimenticare: negli ambienti ultrà la sottrazione di uno striscione alla tifoseria avversaria è considerata alla stregua di una missione «eroica»; uno «sfregio» insopportabile, invece, per chi la subisce: in questo caso il Verona, che per giunta se lo è visto sottrarre in casa.
L’episodio dello striscione sottratto ha allertato la Digos che è venuta conoscenza di diversi messaggi scambiati sul web – soprattutto nei siti dedicati al fenomeno ultras – in cui tifosi gialloblù venivano invitati a reimpadronirsi dello striscione nelle giornata di oggi. Una vera e propria «sfida» che, sempre secondo la Digos, potrebbe essere accolta in virtù di una rivalità che, prima della partita dello scorso ottobre, non aveva comunque particolari ragioni se non per la poca simpatia degli scaligeri nei confronti delle tifoserie del Sud. Pertanto la Digos di Verona, in stretta collaborazione con i colleghi di Salerno, ha mobilitato una dettagliata indagine al fine di intercettare gli autori materiali del furto e i loro complici – si parla di cinque giovani di età compresa tra i 24 e i 30 anni – e scovare il «famigerato» striscione: sono state dunque perquisite le rispettive abitazioni.
L’ora x è vicina (il fischio d’inizio è in programma alle 15) ma nessuno esclude incontri ravvicinati tra due tifoserie, riscopertesi acerrime nemiche in virtù di differenze culturali, oltre che geografiche, impropriamente messe a confronto. Saranno dunque imponenti le misure di sicurezza con strade chiuse nell’immediatezza dello stadio – così come gli esercizi pubblici – a partire dalle ore 12. L’arrivo degli scaligeri (ne sono previsti 500), come detto, preoccupa. Valutazioni che cozzano di gran lunga con le aspettative degli sportivi. Discorsi che, secondo il parere di Auteri, sono ormai anacronistici: «Siamo nel 2012 – ha detto il tecnico della Nocerina – La Lega (Nord, ndr) fa distinzioni tra Meridione e Settentrione ma sono discorsi che lasciano il tempo che trovano. Ritengo stupidi coloro che si prestano a certe chiacchiere».
Fronte tecnico. La necessità (di classifica) rossonera è diventata virtù secondo il 4-2-3-1 con Pomante adattato a sinistra del quartetto difensivo, con il tandem Rea-Figliomeni a presidio della zona centrale e con Laverone esterno basso. In mediana ci sono Bruno e Mingazzini mentre il recuperato Merino guiderà l’attacco coadiuvato da Catania (che dovrebbe spuntarla su Farias), Negro e Castaldo.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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