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Ciro Immobile, il suo primo allenatore: “Lo feci esordire tra i professionisti, aveva già il gol nel dna”

"In questo momento è sicuramente l'attaccante italiano più forte in circolazione, forse insieme a Zaza e Destro"

Era il 21 febbraio 2007, stadio ‘Bianco’: Gallipoli-Sorrento, quarti di finale di Coppa Italia Serie C. 12′, dalla panchina dei rossoneri si alzò un ragazzino sbarbatello, biondo, fisico da novizio nel mondo del calcio. Il suo nome era Ciro, Ciro Immobile. Veniva da Torre Annunziata e fino a quel momento aveva giocato al massimo negli Allievi. Aveva compiuto 17 anni il giorno precedente, regalo di compleanno più bello non poteva esserci: la sua prima partita tra i professionisti. “Ho un concetto nella mia testa: se un calciatore sa segnare – spiega Renato Cioffi, allora allenatore del Sorrento, in esclusiva per GianlucaDiMarzio.com – può farlo in qualsiasi categoria. E quel ragazzo, si vedeva, aveva il gol nel dna, vedeva la porta come pochi. Ho dovuto anche combattere contro la mia società per farlo giocare, poiché era considerato da tutti troppo piccolo per la Prima Squadra, si rischiava di bruciarlo. Giocava ancora negli Allievi, ma aveva già segnato valanghe di gol. C’erano ragazzi della Beretti, più grandi di Ciro, forse più preparati, ma io sono un testardo di natura e qualche volta – come in questa occasione – la mia testardaggine porta qualche risultato. E infatti Immobile giocò e impressionò tutti, fece un’ottima prestazione. Lo vidi molto soddisfatto, era una gioia incredibile per lui, anche perché aveva davanti giocatori come Rastelli e Ripa, che avevano fatto la storia di quella categoria. Poi, ancora: Supercoppa, lo feci entrare di nuovo a gara in corso ed altra grandissima partita. Da lì cominciò l’interesse della Juventus“. Proprio la Juve, la squadra che lo acquistò, lo fece crescere e poi lo mandò via. La stessa squadra che Immobile si ritroverà di fronte tra qualche mese. Palcoscenico importante, musichetta della Champions in sottofondo: Borussia Dortmund-Juventus, Ciro contro il suo passato. “Sarei felice se Immobile riuscisse a segnare contro i bianconeri – ammette Cioffi ai nostri microfoni – visto che per lui sarebbe una sorta di rivincita. La società non ha mai creduto fino in fondo in quel ragazzino, crescendolo senza però dargli mai una grande possibilità. Vederlo nel Borussia e titolare nella Nazionale italiana è la sua rivalsa. In questo momento è sicuramente l’attaccante italiano più forte in circolazione, forse insieme a Zaza e Destro. Gioca in uno dei migliori club d’Europa, ha 24 anni e ancora tanto da dare. Segna già da tempo, ma credo che possa migliorare ancora, e la Bundesliga è il posto ideale per maturare”. Insomma, Renato Cioffi può essere considerato lo scopritore di Ciro Immobile, il primo che si accorse del suo grande talento. E questo lo sa anche Ciro, come ci ricorda l’ex allenatore del Sorrento: “Lo vidi a Coverciano, prima della partenza per il Mondiale e subito ci abbracciammo. Mi fece molto piacere quando mi presentò a Prandelli, dicendogli: “Questo è stato il primo allenatore che mi ha fatto giocare tra i professionisti”; un grosso regalo per me”. Fino al Borussia Dortmund, quanta strada ha fatto Ciro Immobile. Tra alti e bassi, gol ed emozioni. Tra chi ha creduto in lui e chi no, come la Juventus. Ciro adesso attende la sua rivincita, i bianconeri sono avvisati.

Fonte: Gianlucadimarzio.com

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