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Clamoroso Cellino: «Non garantisco Cagliari-Juve, sono arroganti, vogliono scegliere anche l’arbitro»

Il presidente furibondo: voleva giocare alle 15 a Trieste

Il presidente del  Cagliari Massimo Cellino attacca la Juventus e la Lega Calcio in merito allo spostamento in notturna di Cagliari-Juventus:

«Non sono in grado di garantire l’organizzazione della partita con la Juventus». Massimo Cellino è un fiume in piena. Da Milano gli hanno appena inviato il comunicato ufficiale che dispone la disputa della partita Cagliari-Juventus alle 20,45 sul neutro di Trieste. La sua rabbia l’ha trasferita con una mail a via Rosellini, sede della Lega: «Apprendo con grande rammarico la decisione di posticipare…» C’è un aspetto che riguarda i rapporti tra il presidente del Cagliari e quello della Lega, Maurizio Beretta (notoriamente pessimi) e c’è un aspetto che riguarda le difficoltà organizzative moltiplicate dal fatto che la squadra sarda gioca le partite interne a diverse centinaia di chilometri dal Sant’Elia. «Non possiamo garantire l’organizzazione della gara». Frase netta, nero su bianco.

Il patron rossoblù ricorda che “anche la sede dell’ultima gara col Genoa è stata cambiata in extremis. Così la squadra ha viaggiato in pullman per Trieste perché sapevamo di dover giocare alle 15. Ora invece la notturna ci crea problemi e disagi a non finire. Neanche l’albergo ci tiene a dormire…”.

Per risolvere il nodo della contemporaneità, avrebbero potuto, a suo avviso, anticipare il derby di Milano alle 15: “E perchè non l’hanno fatto? Forse per il veto delle tv? Ce lo dicano, allora, che fanno tutto tra loro. Ma si ricordino che la serie A è a 20 squadre. E le uniche note liete di questo finale vengono dall’orgoglio di Cesena, Novara e Parma“.

Contro la Juve è un attacco in piena regola: “Questi cambi potevano essere organizzati per tempo. Ma soprattutto manca il rispetto, sono arroganti. Visto che ci sono, vogliono scegliere anche l’arbitro?“. Visto che c’è, Cellino argomenta ulteriormente la sua polemica: “Allora aggiungo che per mesi hanno strillato sugli arbitri e alla lunga quest’atteggiamento ha condizionato l’ambiente“.

Anche il discorso della terza stella per lui è davvero inconcepibile: “Tanto per portarsi avanti. Purtroppo è un anno brutto per il nostro calcio. Siamo partiti male con uno sciopero dei calciatori che poteva essere evitato e tanti problemi insoluti. Purtroppo i mandati in scadenza ai vertici di Coni e Figc fanno il resto. Così il calcio è fragile, in balìa della politica“.

Cellino ha tanti grattacapi, il primo in ordine di importanza riguarda lo stadio: “Ho sbagliato a fidarmi del sindaco di Elmas. Avevo un progetto ora irrealizzabile e devo emigrare da Cagliari senza certezze per il futuro. Sto lavorando alla soluzione di Quartu, ma non ci sono i tempi. Entro il 30 giugno va indicato lo stadio per il prossimo campionato e mi sa che sarà ancora Trieste“.

Pure la squadra, ad ogni modo, è sotto accusa. Meglio rigare dritto: “Sono stanco e deluso. Ma ora basta. I giocatori non stanno rispondendo alle attese e mi sono stufato. O chiudono alla grande nelle ultime due gare o cambio tutto”.

Massima fiducia, comunque, nel tecnico Ficcadenti: “E sia chiaro il messaggio ai giocatori: non cambio più i tecnici perché a loro non stanno bene. E lo dico per chiarire anche che il valzer degli ultimi 3 anni non è dovuta a mie follie“. L’ultima battuta, però, è dedicata a Delio Rossi, appena esonerato dalla Fiorentina dopo la ‘storiaccia’ con Ljajic: “Io punto su Ficcadenti, ma stimo Rossi. Lo porterei di corsa a Cagliari“.

Ai microfoni del Corriere dello Sport, Cellino ha poi rincarato la dose, elencando i vari problemi organizzativi dovuti alla decisione di spostare in notturna il match con la Juve: “Giocare alle 20,45 non è la stessa cosa che giocare alle 15: c’è il problema del rientro di chi partirà dalla Sardegna per seguire la partita. Se proprio si doveva posticipare, meglio le 18, Poi queste cose non si possono decidere all’ultimo momento. Ci trattano come dei comprimari“.

In definitiva, il patron rossoblù spiega addirittura di non essere pronto ad “assicurare l’organizzazione della gara. Considerato come ci trattano, i tre punti glieli lascerei lì, quasi quasi non mi presenterei in campo. La considerazione che hanno di noi è prossima allo zero. Non sono arrabbiato, sono offeso perché considero quello che hanno fatto un atto di maleducazione. La Lega deve smettere di comportarsi in questo modo. E, d’altro canto, è difficile pensare che le cose possano andare diversamente visto che Beretta da via Rosellini non passa nemmeno…”.

 

Fonte: Corriere dello Sport/Goal.com

La Redazione

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