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Colonnese: “Il Napoli può andare in Champions e vincere la Coppa Italia”

L'ex difensore azzurro: "Darei più spazio a Fernandez e Britos"

“Colonnese sindaco”, è tutto vero? «Non posso negarlo, quella scritta sui muri è apparsa mi pare a Soccavo. Ma c’è ancora? Mi ha fatto sempre sorridere e mi ha anche molto gratificato, perché vuol dire che a Napoli ho lasciato un piccolo segno. Ecco, un graffiti . . .» . Ciccio l’arcigno, Ciccio muro di gomma, ride di gusto: gli avrebbero molto volentieri consegnato le chiavi della città visto che lui non le mandava a dire. Mai. A costo di risultare campione d’antipatia. «Sì, sono sempre stato molto diretto. Ma che ci posso fare, è il mio carattere. Lo facevo soprattutto per capire quali erano gli amici, quelli veri. Perché ho sempre dato un valore assoluto all’amicizia, ho i miei buoni difetti, ma apprezzo soprattutto la lealtà in tutte le sue forme. Certo, poi a volte si litigava pure, ma per me finiva lì. Mai stato un rancoroso».  Quella sera del ’97, anche quella, “era de maggio” . . . «Purtroppo sì. Un ricordo non bello, a Vicenza perdemmo in malo modo, e purtroppo brucia ancora di più perché eravamo certi di sollevarla quella Coppa Italia». Un po’ come è successo al Napoli in Champions dopo il 3-1 dell’andata? «Forse anche loro ci credevano. Qualche similitudine c’è, come i maledetti supplementari, ma sono epoche e competizioni completamente diverse. E poi di certo il Chelsea non è paragonabile al Vicenza di allora, che era un’outsider». 

NUOVI SCENARI – Via la Champions, restano il campionato e la Tim Cup. «Due capitoli ancora aperti e alla portata del Napoli. Mi sta chiedendo se sono ottimista su entrambi i fronti? Quello che penso forse è un po’ un andare controcorrente, perché vedo la vittoria del Napoli in coppa, ma mi sembra un po’ più difficile la conquista del terzo posto. Con la Juve insomma sarà partita secca, mentre in campionato gli azzurri se la dovranno vedere con Lazio, Udinese e adesso anche con Roma e Inter».  Allora ce la possono fare anche i nerazzurri. «Sarei un ipocrita a dichiarare che non mi farebbe piacere. Chi mi conosce sa che la mia anima da tifoso è sempre stata divisa in parti esattamente uguali. Tra Napoli ed Inter. Le squadre del cuore: la prima mi ha lanciato, la seconda mi ha fatto maturare». Le sarà capitato di assistere a molti match tra le due. Come ne è uscito? «Semplice. Vedevo la partita e basta. Senza parteggiare. Sarà pure un luogo comune, ma pensavo: vinca la migliore». 
E LA LAZIO… – Lei ha giocato anche nella Lazio, dopo aver vinto una Coppa Uefa con l’Inter. E, manco a farlo apposta, coi biancazzurri ha fatto sua quella Coppa Italia che aveva sfiorato col Napoli. «Nella Lazio ho giocato poco e non mi resta un buon ricordo, anche se nel mio piccolo palmares c’è anche quel trofeo. Bene i primi due anni, poi litigai su di una riduzione dell’ingaggio a mio avviso ingiusta». Cogliendo la palla al balzo: nel Napoli è stato dal ’95 al ’97, e poi? «Ero della Roma, Ferlaino non mi riscattò alle buste e ritornai alla base. La Roma mi cedette all’Inter».  L’immediato è Lazio-Napoli. «Sarà una partita molto spigolosa. Una partita non bella tra due squadre, non in perfetta forma, che cercheranno soprattutto di non perdere. Ma, se gli azzurri questa settimana si ricaricano, allora vinceranno». Proiettiamoci allora su quell’altra sera di maggio. «Quella per me sarà una bellissima partita. Con un Mazzarri desideroso di rivalsa, assieme ad una squadra che caricherà a dovere. Alla fine la spunterà il Napoli. Tutti sanno, poi, che sono anti-juventino per eccellenza».  La difesa al momento balla e l’attacco pare spompato «Sono momenti. Per me la difesa non è adeguatamente coperta dal centrocampo e poi difetta di un centrale di gran qualità. Un Nesta ad esempio. Non me ne voglia Cannavaro che è bravissimo. Gli attaccanti hanno bisogno un po’ di rifiatare. Se fossi Mazzarri darei spazio ai vari Britos, Fernandez, Dzemaili e Pandev». E dunque, chi è il preferito? «Maggio mi fa impazzire. Ci ho giocato anche contro quando era alla Fiorentina. Io ho sempre detto: attenzione, questo diventerà un campione. Fateci caso, quando lui non c’è la difesa soffre molto, ma molto di più». 
Fonte: Corriere dello Sport
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