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Conte: «È una vergogna, una gravissima ingiustizia»

Il tecnico della Juve furioso in conferenza stampa: «Accuse infamanti»

Una furia. Antonio Conte, con le lacrime di rabbia agli occhi, si sfoga in conferenza stampa il giorno dopo la sentenza di secondo grado della Corte di Giustizia Federale che ha confermato i 10 mesi di squalifica nonostante sia caduta l’accusa per una delle due omesse denunce. «Accuse infamanti, vergognose, profonda ingiustizia», sono termini che ripete più volte, sfogandosi con un sistema di giustizia sportiva che considera «credibile un signore che per tre anni e mezzo si è venduto e ha venduto i suoi compagni e la sua famiglia» (Carobbio, il suo accusatore) e avvisando i suoi colleghi che la situazione in cui il tecnico della Juventus si è trovato, descritta con toni kafkiani, potrebbe accadere a chiunque, in qualsiasi momento.

CONTE: ASSURDO, GRAVISSIME INGIUSTIZIE – «Ho ascoltato tutti, sono stato in silenzio rispettando le regole, come in campo così fuori. Questa è una vicenda assurda e ieri c’è stata la classica ciliegina sulla torta. Sono rimasto allibito dall’intervento di un componente della commissione che mi ha giudicato. Qualcosa di grave, mai visto. Qualcosa di improprio e fuori dalle regole da parte di un signore che le regole dovrebbe farle rispettare. Un signore che forse per uscire sulle prime pagine dei giornali fa delle dichiarazioni inopportune, che mi fa pensare che possa esserci qualcosa di personale nei miei confronti. Ho la consapevolezza di aver subito gravissime ingiustizie. Partiamo con Novara-Siena: sono sette mesi che sono sulle prime pagine dei giornali e nei titoli delle televisioni, sette mesi che la mia faccia viene associata al calcioscommesse e non ho mai scommesso in vita mia. Si è detto di una riunione tecnica in cui io sarei andato a parlare di una partita accordata: vi spiego cos’è la riunione tecnica, io entro a parlare con la squadra della partita, a caricarla di motivazioni, a spiegare cosa fare, a decidere se alzare o abbassare la tensione. E io avrei detto davanti a venticinque persone, venticinque famiglie, “ragazzi tranquilli, oggi si pareggia”. Questa è stata l’accusa infamante che mi ha portato in questa vicenda. Oggi mi ritrovo con questo signore, Filippo Carobbio, ‘Pippo’ per la procura, collaboratore di giustizia che a me viene da definirlo aggiustatore di presunta giustizia, definito credibile. Uno che ha venduto se stesso, la sua famiglia e i suoi compagni da tre anni viene definito molto credibile, e Antonio Conte ‘poco credibile’».

PROCURA, PAROLE AGGHIACCIANTI DI LOCATELLI E PAOLONI – «I metodi della Procura Federale li avete studiati? Li avete letti? Io sì, ho letto le dichiarazioni di Locatelli e Paoloni, sapete cosa dicono? “Non abbiamo detto quello che volevano sentirsi dire, non abbiamo messo in mezzo nomi importanti per farci abbassare la pena”. E’ agghiacciante quello che dicono, è agghiacciante».

PATTEGGIAMENTO UNA VERGOGNA. COLLEGHI, NON ABBASSATE LA TESTA – «Il patteggiamento a cui la giustizia mi ha costretto è una vergogna. C’è ancora un altro appello ma oggi è finito tutto e lo dico: È una vergogna. Notizie false uscite durante il campionato, a minare la mia credibilità, un’infamia. Comunque: Novara-Siena, prosciolto. Resta un’altra partita, Albinoleffe-Siena, dove Conte “non poteva non sapere”. Cinque ore per farmelo spiegare dagli avvocati e ancora ho dei dubbi. Cade un’omessa denuncia, ne rimane una, forse scende la pena? No, 10 rimane 10. Anche qui è assurdo, è assurdo tutto quello che mi è successo, tutti devono sapere quello che è stato fatto e quello che stanno facendo. Che significa “Omessa denuncia”? Io avrei dovuto, se vedevo qualcosa, denunciare. Ma se non ho visto niente che devo denunciare? Mi devo inventare una denuncia? Dopo questa vicenda io inizio ad avere il timore di entrare negli spogliatoi e di litigare con un calciatore o di mandarlo in tribuna perché poi può denunciarmi. E dico un’altra cosa ai miei colleghi e ai calciatori. Aprite gli occhi e non mettete la testa sotto la sabbia, perché domani può accadere a voi».

PERCHÈ COINVOLTO? SO SOLO CHE HO RIPORTATO LA JUVE A VINCERE – Conte viene chiamato in causa con un’altra domanda, sui motivi per i quali crede di essere stato coinvolto in quest’inchiesta:«Di domande me ne sono poste tante in questi mesi, ti chiedi il perché delle accuse ingiuste: e dico che nell’ultimo anno sono diventato l’allenatore della Juventus, dopo due settimi posti e la Juve che era diventata simpatica a tutti, e ho vinto. Vinto lo scudetto e arrivato in finale di Coppa Italia. Questo è successo di diverso in questo anno».

STELLINI? AMAREGGIATO E ARRABBIATO – «Stellini? Per Cristian c’è molto dolore, sono stato privato di un collaboratore molto importante che ha contribuito tanto ai risultati dell’anno scorso, mi sono arrabbiato molto con lui. Ha cercato di spiegarmi: alla fine del girone d’andata succede una rissa in campo, lui partecipa pure, che fino all’anno prima era calciatore, e poi dice a Carobbio “Oh, la prossima è l’ultima partita del campionato, so’ amici tuoi, vediamo di non andare a fare la guerra, a fare un’altra rissa”. Cosa doveva fare, venirmi a dire anche questo?

Fonte: Il Corriere dello Sport

La Redazione

M.V.

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