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Corbo: “De Laurentiis ha pronunciato la parola scudetto liberandola dall’embargo di Mazzarri”

SE non cambia, e Napoli spera che davvero non cambi, finalmente cancella l’immagine dell’isterico signore di borgata che nell’estate di tre anni fa spariva in autostop, sulla sella di un motorino, nel traffico di Milano. Lasciando uno sciame di fumo e parolacce ai colleghi di Lega. Da zero al secondo posto, alla svolta dei nove anni De Laurentiis investe tutta la sua credibilità per aprire al futuro. Gli obiettivi, il personaggio Benitez, il mercato con al centro Cavani. Le domande, magari ben selezionate, fanno capire che c’è di nuovo. «Scudetto o Champions? Più in alto possibile». C’è un primo taglio con il passato. Con fanciullesca emozione, il Napoli annunciò due anni fa la Champions come priorità, rovinando in campionato al quinto posto. Il secondo posto, quest’anno, non mitiga il penoso ricordo di una sfortunata invenzione: titolari in serie A, in Europa League i precari soccorsi però da Cavani e Hamsik, senza evitare l’esclusione con i birrai ucraini del Viktoria Plzen, 0-3 e 2-0 per non dimenticare. Nella risposta del presidente si leggono due svolte: non dice certo che il Napoli lo vincerà, ma pronuncia la parola scudetto, liberandola dall’embargo imposto da Mazzarri, che rimarcava solo la “crescita”, pur guidando una delle formazioni più anziane della serie A. La carriera di Benitez, che non solo conosce le coppe europee, ma le ha anche vinte, garantisce la migliore gestione. In campo la squadra migliore del momento, con difesa a 4 come tutti i grandi club di Champions, protetta da un centrocampo mai più in inferiorità numerica, più qualitativo e flessibile. Il 4-2-3-1 è l’ultimo modulo di Benitez, che però tra 2002 e 2004 ha vinto due scudetti e una Coppa Uefa a Valencia con il 4-4-2, sistema che mise a disagio il Real Madrid di Del Bosque. La difesa a 3 (Zebina, Samuel, Zago) si era già vista nel 2001 nella Roma campione di Capello, ma con Cafu e Candela eurostar sulle fasce esterne, mediani Emerson e Tommasi. Lo stesso Capello ha poi accantonato la difesa a 3, appena visti svanire Cafu e Candela. Nel Napoli era invece immutabile nonostante la flessione costante di Maggio a destra e gli errori difensivi di Zuniga. Non perderà tempo né punti Benitez per aspettare gli estri di Maggio. Che vi sia una evoluzione nei moduli, lo dimostra proprio il maestro spagnolo del 4-4-2 rinnovandolo nel 4-2-3-1 per vincere anche in Inghilterra. Per chi ama il calcio tattico, è di sicuro fascino il prossimo mercato. Su Twitter non a caso De Laurentiis dice che bisogna prima valutare le risorse attuali, poi scegliere i nuovi. Ha già parlato con Benitez. Il Napoli ha in Hamsik il Gerrard che fece grande il Liverpool: il raccordo tra centrocampo e attacco senza grossi impegni di copertura. A ricordare gli esterni dei Reds di Liverpool, quindi Kuyt e Maxi Rodriguez, possono essere schierati Insigne e a sinistra e Pandev a destra. Davanti ad una difesa a 4 quasi tutta da inventare, con il solo Cannavaro promosso, massima attenzione alla coppia di mediani: uno contrasta, e può essere Behrami, l’altro deve anche costruire. Può essere Inler, solo se ritrova grinta e personalità. Cavani prima ed unica punta rappresenta una versione ancora più moderna e autorevole di Torres. Ma resterà Cavani? Proprio questa domanda consente a De Laurentiis due rivelazioni. La prima: «Non verrà Torres, perché a Benitez piace Cavani». Resta Cavani, quindi? Ecco la seconda: «Sono arrivate molte offerte per Cavani, ma molto più basse». De Laurentiis non spende una sola parola per lusingare il bomber da 104 gol in tre stagioni. Gli fa sapere in una gelida frustata che il Napoli rispetterà la clausola, lasciandolo partire solo in cambio di un bonifico da 63 milioni. Niente sconti. E se le «offerte sono molto basse », come dice, e se «c’è un contratto valido per altri quattro anni », non si prevede neanche uno stratosferico aumento dell’ingaggio. Tutte le illazioni di mercato su Cavani sembrano quindi frullate bene dagli agenti, ma con pochi risconti, almeno finora. L’uomo del cinema sa trovare le parole giuste per dimenticare Mazzarri. «Avevo capito da due anni che voleva andar via, era bravo e non l’ho esonerato». Si giustifica così il rapporto contorto. Annuncia che non cederà ZunigaBehrami all’Inter. Ed il riferimento è puramente casuale, quando si vanta di aver selezionato Benitez tra dieci. «Ha vinto molto nella sua storia ed è un monogamo come dimostra il suo legame con il Liverpool». Quindi: si è aperto un ciclo lungo con una nuova coppia, fedeltà e vittorie lo renderanno ancora più forte. Lo dice il produttore di “Manuale d’amore”. Vediamo.

Fonte: La Repubblica

 

La Redazione

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