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Corbo: “Il Napoli, impegnato nello scouting, non vede i suoi ragazzi del ’96”

Il Napoli è lontano dalla modernità del Barcellona; lo dimostrano strutture e gioco

Uno, due, cento, quanti sono gli Insigne del Sud? Lorenzo ha 21 anni, è già in Nazionale. Irrompe sul web Roberto, 18. Per lui c’è un pellegrinaggio via Internet: tutti a vedere un suo gol in “Primavera” all’Ascoli: di sinistro, dal vertice destro dell’area nell’incrocio più lontano, come se ne trovano nella cineteca di Del Piero. Esterno d’attacco, Insigne jr è un mancino che da destra taglia al centro, come lo spagnolo David Silva del Manchester City. Con il coetaneo Giuseppe Fornito da Trebisacce, si allena a Castelvolturno perché mancano 12 giocatori prestati alle nazionali. I due danno spettacolo. Ci si mettono poi i più giovani: il Napoli tra le formazioni Allievi ha le migliori speranze. Ne viene fuori un tema: il Napoli lo sa, e se lo sa come pensa di accompagnarli verso la serie A? Tecnici e procuratori italiani sono molto interessati ai suoi ragazzi del ‘96, e il Napoli? Sembra distratto, in ritardo sul suo futuro. Il club di domani è più veloce di quello attuale, rivolto alla prima squadra, sempre alla ricerca di giocatori pronti per l’uso come chiede Mazzarri. Dovrebbe investire di più talenti di avvenire. Roberto Insigne è più forte di Lorenzo nel fisico e forse nella tecnica. Lorenzo, più scaltro, lo batte nella velocità di pensiero. Ruba idea e tempo all’avversario. Fornito è un centrocampista. Nel giro azzurro dell’Under 19 di Evani sono Emanuele Allegra, esterno destro, Giuseppe Nicolao, esterno sinistro oltre a Roberto Insigne. In evidenza il difensore Daniele Celiento. Ma è la classe ‘96 a sollecitare più attenzione e risorse. Svetta un portiere, Nikita Contini, alto 1,90, madre ucraina e padre italiano. Segnalano anche Gennaro Tutino, attaccante, Vincenzo Guardiglio, fluidificante, Antonio Romano, mediano incontrista, Felice Gaetano definito «il piccolo Pirlo», altri. Quasi tutti nel giro delle Under 17 e 19. È il futuro che corre incontro al Napoli e non il contrario, proprio in un’epoca che invita a cambiare strategia. I club sono ad un bivio: stranieri di seconda scelta o vivai. Il Napoli sembra in ritardo nella scelta di un indirizzo tecnico-finanziario, pur avendo due vantaggi: ha già in casa alcuni dei ragazzi migliori, è nel cuore di una riserva immensa. La Campania è una realtà opposta a quella di mezzo secolo fa. Il Nord-Est riforniva le società, magari attraverso la leggendaria Spal di Paolo Mazza. Con giovani di spiccate qualità e in un’area così fertile, il Napoli deve accelerare. De Laurentiis ha intuito la realtà emergente, ma è fermo nel suo io, vuol far tutto senza sapere ancora tutto. Certe lacune rilevano un profilo ancora imperfetto del suo club. Manca un attrezzato centro giovanile come una volta il “Paradiso” a Soccavo. Alcuni ragazzi si allenano a Castel Volturno, dieci sono sistemati in un albergo della zona, altri frequentano ai Camaldoli il “Kennedy”, trasferiti su e giù con minibus. È davvero strano che un club innovativo come il Napoli non abbia ancora il suo villaggio, un’idea forte di vivaio, con foresteria, palestre, laboratori di medicina sportiva pur avendo con Alfonso De Nicola il miglior staff sanitario italiano. Dicono qualcosa gli infortuni che tormentano il Milan e tante altre squadre? De Laurentiis ha studiato la “cantera” del Barcellona. Decise di imitarla. Quanto sia lontano il Napoli dalla modernità catalana, lo dimostra il gioco: dalla prima alla più giovane, le squadre adottano lo stesso modulo. Il Napoli vanta la difesa a 3 e due esterni, laddove Giampaolo Saurini nella Primavera che fila via schiera la schiera a 4. Un settore comunicazione potenziato dal vicedirettore di Sky, Nicola Lombardo, non ha ancora acceso Napoli Channel: può creare un circuito di interesse anche commerciale, portando i tifosi nella vita del club, compresi i successi del vivaio. C’è anche un allarme. Molti gli osservatori intorno ai giovani di pregio. L’esperienza insegna che i migliori vanno bloccati in tempo, dopo i 16 anni e prima dei 19. Clamorose le prime fughe, Gattuso evaso dal Perugia per i Rangers, Maresca dal Cagliari per il West Bromwich, fino a Trotta, ventenne di Santa Maria Capua Vetere arrivato al Fulham via Manchester City. Il Napoli ha un ufficio scouting descritto come una base spaziale. Per ora dopo Santana, Cribari, Josè Sosa e Mascara, compra Donadel, Gamberini e Mesto, o giovani molto costosi come il cileno Vargas. È poco eccitante abbassare l’obiettivo del telescopio su posti troppi vicini come Frattamaggiore? Quei ragazzi del ’96 che il club non vede.

Fonte: Repubblica

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