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Criscitiello: “Napoli, questo è il tuo campionato”

La notizia più brutta per la Juventus arriva dal proprio allenatore: “Il campionato si vince con le piccole”. E se la Juventus non è partita per vincere lo scudetto, comunque, un pensierino sarà costretta a farcelo, vista la mediocrità di un campionato da zero a zero. Finora i bianconeri sono stati “aiutati” da un calendario semplice nelle prime sei giornate ma, paradossalmente, hanno faticato di più contro Siena, Bologna, Catania e Chievo Verona, sfoderando la miglior prestazione di questo inizio d’anno con il Milan. Soffermiamoci su quel che non va. Alla lunga si rischierà di parlare di un caso Matri alla Juve. Conte nel suo sistema di gioco non lo prevede, o meglio gli preferisce puntualmente Mirko Vucinic, e Matri rischia di rappresentare un problema più serio di Fabio Quagliarella. Sembra di rivedere il film di Gasperini con Pazzini all’Inter. In quel caso ha pagato l’allenatore, qui invece si rischia di dire addio ad un attaccante che ha un futuro sempre più roseo davanti a sé. La gara con il Chievo Verona è stata ben giocata dalla Juve, preparata nel dettaglio dai due allenatori ed è il classico esempio della gara perfetta che finisce senza reti. In fase di non possesso Chievo e Juve hanno dato una lezione, ma quello che risalta è anche l’ottimo impatto di Vidal con il calcio italiano, confermando che il cileno è un ingranaggio indispensabile per il motore di Conte, con Marchisio…e mai senza Marchisio. Prestazione opaca di Pirlo, a conferma che, se l’ex milanista viene marcato ad uomo (Sammarco), viene limitato il gioco della Juve. Inadeguati Krasic e Pepe nel 4-3-3, esterni che fanno fatica a saltare l’uomo rischiano di diventare dannosi per la fase offensiva. Il Krasic di un anno fa avrebbe potuto dare un aiuto importante, oggi il giudizio è estremamente negativo; vedremo se ha ragione il suo procuratore, il quale ha individuato nelle troppe partite ravvicinate (Juve + Nazionale) l’involuzione del serbo, sempre più parente alla lontana di Pavel Nedved.
E’ una serie A talmente strana e mediocre che la sorpresa può venire fuori da un momento all’altro. Napoli e Juve possono contendere lo scudetto al Milan, che resta comunque la favorita, a patto che Mazzarri non abbassi troppo la tensione, con la Champions dietro l’angolo. Dopo sei partite è il secondo scivolone inaspettato dei partenopei, che sbriciolano Inter e Milan, ma lasciano 6 punti a Chievo e Parma; il conto si presenta alla fine. Mazzarri ha un limite, tra i tanti pregi che gli vengono riconosciuti: non riesce a lavorare con 18 calciatori di primissima fascia. E allora, quando c’è da fare turn-over, diventa un caos generale. Con il Bayern Monaco dovrà esserci la reazione che tutta la città si aspetta, perché queste sono le notti che Napoli ama vivere e perché i tre punti con i bavaresi significherebbero un bel pezzo di qualificazione.
Per parlare dell’Inter occorrerebbero sette editoriali, tutti in una settimana. Accontentiamoci di sette righe, più o meno. Quando un ciclo finisce, le soluzioni sono due: o se ne prende atto in tempo, cambiando uno-due tasselli alla volta, o se ne prende coscienza quando è troppo tardi e si deve cambiare tutto. La soluzione per l’Inter sarebbe la seconda, ma ancora nessuno lo ha capito. Dopo Madrid, con Mourinho, sarebbero dovuti andare via in molti; da Milito a Maicon. Questo avrebbe consentito alla società di poter reinvestire 54 milioni di euro. Oggi è un frullatore dove gente appagata è mescolata a calciatori inadeguati per il progetto. Gasperini ha pagato, Ranieri non potrà pagare. Moratti bussi alla porta di Marco Branca. Se avrà la forza, almeno potrà fornirci qualche spiegazione che noi, sinceramente, non siamo in grado di darvi.

La Redazione

A.S.

Fonte: TMW

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