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Da Juliano ai Cannavaro da Ferrara ad Abbondanza quanti “scugnizzi” nel club!

Lorenzo Insigne è l’ultimo scugnizzo in ordine di tempo. L’ultimo – meraviglioso – prodotto del settore giovanile del Napoli che ha toccato quasi la vetta. Manca poco, un tantino e poi sarà favola. Come quella di Antonio Juliano e Fabio Cannavaro, Ciro Ferrara, Enzo Montefusco e Gianni Improta. Beppe Bruscolotti e Sandro Abbondanza. E poi tanti altri fino a Paolo Cannavaro e Gianluca Grava. Scugnizzi doc o acquisiti. Bandiere vere.

IL NONNO -E allora, viaggio nel passato. Partendo da uno degli avi più lontani di Insigne: Egidio Di Costanzo. Dieci anni con la maglia azzurra sulla pelle dopo le giovanili, e poi la panchina nel 1969-1970 al posto di Chiappella. Bersagliere e gran signore, amante della pittura e di certi valori, Di Costanzo passò anche alla storia per uno screzio schietto con il tecnico Monzeglio. Lui è il nonno.

 

CAMPIONI GENTILUOMINI -Poi, gli zii. Un circolo d’elite, tutti molto prestigiosi. Un elenco casuale, non in ordine d’importanza: Antonio Juliano detto Totonno, un oro europeo (Italia ’68) e tre Mondiali con l’Italia (argento a Messico ’70). Enzo Montefusco (una presenza in Nazionale), il baronetto Gianni Improta e il sivorino Sandro Abbondanza, autentici campioni di calcio e vita; figli fieri di Napoli e gentiluomini di rara fattura. E poi: Rosario Rivellino, Guido Postiglione, l’incantevole giocoliere Gaetano Musella e Tonino Albano (oggi magazziniere del club).

 

BRUSCOLOTTI, IL TOTEM– E ancora Giuseppe Bruscolotti detto Beppe, Peppe o semplicemente palo di ferro. Difensore implacabile a dir poco, una statua nata a Sassano, in provincia di Salerno, ma napoletano dentro: alfiere assoluto della storia azzurra con 511 presenze dal 1972 al 1988, coronò la carriera con la conquista dello scudetto del 1987 con Maradona, cui cedette la fascia di capitano. Un totem.

 

TECNICI SCUGNIZZI– Dal campo alla panchina, impossibile non citare anche i Montefusco e Rivellino allenatori e dunque Gianni Di Marzio, scopritore di Maradona e straordinario talent scout ancora sulla breccia; e Gennaro Rambone, estroso e indimenticabile tecnico (prima ancora ala).
Fonte: Corriere dello Sport
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