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De Giovanni: “Adesso dateci un bomber!”

Smesso il lutto per la dipartita del Matador, passato in un mondo migliore (almeno secondo lui), una è la domanda che agita i pomeriggi estivi del tifoso azzurro, sulle rive del mare di Calabria o sulle dolci colline irpine: chi sarà a sostituirlo, al centro del nuovo attacco di Benitez? Chi sarà il terminale offensivo azzurro, chi dovrà capitalizzare il gioco delle tre mezze punte predisposte a suo supporto? Da Ischia a Sorrento, da Bagnoli a Procida, ma anche nei Caraibi o a Sharm El Sheik, questa trepidante attesa trasmette una tensione in grado di rovinare le vacanze ai più. L’altalena di notizie, quelle alle quali non si vuole credere e quelle che invece sembrano francamente un miraggio, toglie il fiato, oscurando o illuminando le giornate; tra queste, come un raggio di sole tra le nubi, una voce che è un tuono: il Napoli starebbe trattando, concretamente e in stadio avanzato, nientemeno che Higuain, francoargentino di stanza a Madrid, un top player se mai se n’è visto uno, per di più appena venticinquenne. E per prenderlo si sarebbe già raggiunto l’accordo col Real, sulla base di una quarantina di milioni, inclusi i famigerati bonus. Di qui a vederlo baciare come d’uso la maglia azzurra, però, ne corre, anzi ne correrebbe: il ragazzo, oltre a pretendere un ingaggio consono ai suoi quarti di nobiltà, tra i cinque e i sei milioni l’anno insomma, gode di un importante contratto di sponsorizzazione.
E qui, come sempre, il cielo del tifoso munito di giornale sotto l’ombrellone si oscura, come se fosse arrivato il proverbiale temporale estivo. I diritti d’immagine: lo spauracchio, il cattivo dei fumetti o dei film, il fantasma oscuro che blocca e strappa i contratti col Napoli ancora prima di essere firmati; l’elemento che fa fuggire i procuratori a gambe levate, quello che spinge tra le braccia altrui i calciatori corteggiati, l’evento che invalida senza pietà il certosino lavoro di direttori sportivi, scout e mediatori.
Certo, fa piacere e solletica l’orgoglio vedere il Napoli in prima fila nelle trattative coi calciatori più importanti del pianeta. Il nome della nostra squadra del cuore accostato a gente come Ibrahimovic, Leandro Damiao, Higuain porta il sorriso ed esaurisce i giornali: ma, obiettivamente, a che serve trattare tutti se poi non si conclude con nessuno? E altrettanto obiettivamente: vale la pena stanziare quaranta milioni più un imprecisato ingaggio, che lieviterebbe per l’acquisto da parte di De Laurentiis del contratto di sponsorizzazione del calciatore, per mettere le mani su un centravanti dalle indiscutibili qualità, ma tutto da testare nel campionato italiano?
Chi scrive sarebbe il primo a esultare per l’acquisto di un calciatore di prima, assoluta grandezza. Ma si deve anche ammettere che se il Napoli comprasse, ad esempio, Osvaldo e Matri, in uscita dalle proprie squadre e vogliosissimi di mettersi in mostra nell’anno del mondiale, si sarebbe più che soddisfatti, e il duplice acquisto sarebbe complessivamente di inferiore entità rispetto a quello dell’argentino anche sotto l’aspetto degli ingaggi.
Si ha l’impressione, sulle spiagge su cui battono i cuori azzurri, che il tempo passi mentre i calciatori interessanti si accasano altrove, anche sfruttando l’interesse del Napoli per affrettare le altre compagini. E che i conclamati 124.5 milioni di euro, sbandierati via twitter, abbiano causato un immediato incremento delle pretese dei possibili venditori, più che apportare benefici alla rosa di Benitez. Che, sfruttando i buoni uffici del suo manager Quillon, ha portato alle pendici del Vesuvio Callejon e Albiol, ha incassato i sì di Mertens e Rafael ed è prossimo a riabbracciare Reina, ma che è ancora ben al di là dall’infiammare la piazza. Perché sia chiaro: da queste parti ci si innamora di chi mette la palla dentro. E ce l’avevamo, quello che la metteva (tante volte) dentro, e l’abbiamo perso. Adesso, aspettiamo quello nuovo.
E che sia buono, ma proprio buono. Per favore

Fonte: Maurizio De Giovanni per Il Mattino

La Redazione

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