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De Laurentiis boccia l’ipotesi nuovo impianto: “Il San Paolo resterà la casa del Napoli…”

L’immagine in testa a questo articolo è di grande effetto. Agli appassionati di stadi non sfugge che si tratta della trasposizione fotografica di uno dei più belli d’Europa. E’ l’Allianz Arena di Monaco, impianto fatto costruire in tre anni e costato pocomeno di quattrocento milioni. Sui passi dell’Arena tedesca si muove, per ora, una cordata di imprenditori facente capo a Marilù Faraone Mennella, che ha presentato un concept in Comune per la realizzazione di uno stadio nuovo di zecca a Ponticelli e per il restyling completo del San Paolo. Unica proposta di project financing all’attenzione del sindaco de Magistris che ha dato poi novanta giorni di tempo (ne restano 78) ad altri imprenditori interssati per presentare proposte per indire una gara. Detto, fatto. Il tutto (a suo dire) in sintonia con il concessionario dello stadio San Paolo (per ora unico stadio cittadino), Aurelio De Laurentiis con il quale il sindaco ha da sempre un rapporto di stretta collaborazione. Accade, però, che il patron azzurro in un’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport abbia esplicitamente posto un freno a qualsiasi cordata di imprenditori, abbia chiuso le porte ad altri stadi cittadini che non siano l’impianto di Fuorigrotta. Alla domanda quale sarà la futura casa del Napoli, ha risposto: «Lo stadio San Paolo. Le proposte di altre cordate verranno rispedite al mittente». Un fulmine a ciel sereno che ha avuto almeno un effetto destabilizzante nei piani del Comune di Napoli. De Magistris e De Laurentiis, forse per la prima volta, non più sullo stesso binario? Deduzione troppo semplicistica. Una analisi più attenta induce legittimamente a pensare che la stoccata del presidente del Napoli fosse rivolta non al sindaco, piuttosto alla cordata di imprenditori che ha presentato il concept per la realizzazione dello stadio a Ponticelli, modello Allianz Arena. Rispedire al mittente una proposta di altri può voler significare farsi promotore di un’altra proposta che sia di sola ristrutturazione del San Paolo, l’unica casa del Napoli che De Laurentiis riconosce. De Magistris non si è smosso di un millimetro dalla posizione assunta dodici giorni fa (delibera sulla manifestazione di interesse): andiamo avanti, così come stabilito. Ribadendo, peraltro, una linea già espressa all’indomani dell’approvazione della delibera in diretta radiofononica su KissKiss. «Attendiamo altre proposte, se dovesse arrivarne una convincente, organica e funzionale, rispondente a tutti i parametri indacati, di solo restyling dello stadio San Paolo, la valuteremo con molta attenzione ». Un’apertura al presidente De Laurentiis – la convenzione per i prossimi cinque anni del San Paolo verrà firmata a breve – ben conoscendo le intenzioni del patron che nell’ultimo anno ha visitato tanti stadi europei alla ricerca delmodello migliore cui ispirare la ristrutturazione del San Paolo. Gli stadi inglesi, in particolare. Un investimento di portata economica inferiore rispetto a quello indicato dalla società facente capo all’imprenditrice Marilù Faraone Mennella. Un impegno economico di poco superiore a ducento milioni di euro: tanto è costato l’Etihad Stadium di Manchester, poco meno l’italianissimo Juventus Stadium di Torino. Il concept che ha aperto la manifestazione di interesse del Comune è uno studio più complesso: due stadi, insediamenti abitativi, attività sportive, musicali, di intrattenimento. Investimento, quest’ultimo da settecento milioni. Da rispedire al mittente. Settantotto giorni di tempo.

 

Fonte: Corriere del Mezzogiorno

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