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De Laurentiis conquistato dall’Allianz: “Meraviglioso”

Puoi aver visto decine di progetti e studiato migliaia di pagine sugli stadi del futuro, quelli che avrebbero dovuto invadere l’Italia e non l’hanno mai fatto, ma solo quando finisci dentro l’Allianz Arena riesci ad afferrare il concetto.
Raccontare di luci colorate, di bar, negozi, parcheggi, ristoranti d’alta classe, è riduttivo; spiegare che la metropolitana arriva a un metro dall’impianto dove, comunque, ci sono più di diecimila posti auto e immense vie d’accesso lungo le quali è impossibile che il traffico si paralizzi, non consente di capire cos’è l’Arena di Monaco, il prototipo di impianto del futuro; quello al quale si ispira Napoli per immaginare lo stadio che verrà. Ieri mattina, Aurelio De Laurentiis l’ha voluto vedere, come ha fatto in tutto gli altri grandi stadi d’Europa che ha incrociato lungo la sua strada:

«È un impianto moderno e funzionale, un gioiello. Senza fronzoli ma con tutto quel che ci si aspetta da uno stadio del futuro. Non impressiona per quello che contiene, ma convince per la grandissima funzionalità che ha».

Trascorrere un pomeriggio e poi una serata all’Allianz Arena è stata una esperienza unica che tantissimi napoletani hanno provato, e adesso per tutti loro tornare nel San Paolo diroccato sarà decisamente più difficile. Anche perché tutti sanno, o sognano, che quando il presidente De Laurentiis parla del progetto di rinnovamento che ha in mente, pensa, più o meno questo gioiello, anche se a Fuorigrotta non ci saranno mai gli spazi (e, forse, neanche i permessi) per realizzare un impianto del genere.
L’area complessiva sulla quale si sviluppa l’Arena è di 171mila metri quadrati, l’impianto ne occupa quasi 38mila. Si eleva su sette livelli, l’avveniristico «muro» che lo circonda è composto da 2.760 pannelli realizzati in speciale materiale gonfiabile (per questo i tedeschi l’hanno soprannominato «il canotto»). Ogni pannello può assumere un colore diverso e la gestione delle coreografie è affidata a un computer che, però, non deve «esagerare»: è stata emanata una specifica norma del codice stradale che impone variazioni di colore al massimo ogni due minuti, altrimenti sull’autostrada che corre di fianco all’impianto le persone si distraggono e causano incidenti.
Gli spalti ospitano 70mila persone, e a tutte è riservato un trattamento vip; Per cui i 2.200 ospiti che frequentano i veri palchi vip, hanno un trattamento di super lusso. Posti comodi, 190 monitor sparsi in ogni angolo dell’Arena, 28 chioschi che vendono birra e panini col wurstel, la bellezza di 550 wc dislocati in ogni punto dello stadio, una visibilità perfetta anche dall’ultimo anello, il terzo, che ha una pendenza impressionante, di 34 gradi, ed è praticamente «a picco» sul terreno di gioco. E poi, soprattutto, tre asili nido, spazi dedicati solo ai bimbi con personale esperto che li accoglie e li tiene impegnati mentre i papà e le mamme guardano la partita.
Ma l’Allianz Arena è nata, soprattutto, per essere una «macchina da soldi» quando le partite non ci sono. E qui il discorso si avvicina al progetto-San Paolo che ha in mente De Laurentiis e che affascina De Magistris: un luogo da vivere ogni giorno, che diventi punto di riferimento per la città. I due ristoranti, quello di lusso e quello più moderato, sono aperti tutti i giorni a pranzo e a cena: vista sul campo e prenotazione obbligatoria perché c’è sempre il pienone da sei anni consecutivi, dal giorno dell’inaugurazione. In corrispondenza delle due curve ci sono due giganteschi bar da 1.300 persone, uno destinato ai tifosi del Bayern, la prima squadra di Monaco e di Germania, l’altro a quelli dei Lions, la seconda squadra cittadina che ha partecipato alle spese di costruzione e divide quelle di gestione. Naturalmente anche i due giganteschi ritrovi sono aperti tutti i giorni e sono diventati un punto di riferimento non solo per i tifosi. Affari d’oro per i negozi, per adesso solo dedicati agli appassionati: uno vende gadget dell’Allianz Arena, gli altri sono dedicati ai fans delle due formazioni di Monaco. Il business più “continuo” è quello delle visite organizzate: quando non c’è la partita si susseguono i gruppi di turisti che vengono qui solo per scoprire i segreti dello stadio più bello del mondo.
A proposito, per decidere se, e come, costruire quest’impianto, nel 2002 l’amministrazione locale di Monaco indisse un referendum. Evidentemente vinsero i «sì» in favore della realizzazione dell’impianto (costruito in soli 3 anni con una spesa di 340 milioni in totale), ma la Germania rimase stupita per il numero di persone che andò a votare: sarebbe bastato il 10 per cento degli aventi diritto, ma corse alle urne il 37,5 per cento dei bavaresi. Tutt’ora è la percentuale più alta di votanti a un referendum nella storia della Bavaria.

 

La Redazione

A.S.

Fonte: Il Mattino

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