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De Laurentiis incorona Insigne

Il presidente azzurro: "Prenderemo un esterno destro"

Il mondo è sempre una palla e in quel contenitore di cuoio ci si infila un diario nel quale far convivere la Merkel e Dossena, Hollande e Balzaretti, Zeman e Mazzarri, Insigne e anche la vena malinconica e la sacrosanta riconoscenza per Lavezzi: il mondo di De Laurentiis non ha frontiere e nella Pechino che legittima, ulteriormente, l’ascesa del Napoli, c’è un’altra frontiera da varcare: « Vincere per i nostri tifosi e per dare continuità ai nostri successi ». E’ un mondo di sogni da realizzare lasciando che il Napoli resti se stesso, quello degli ultimi otto anni.

MADE IN CHINA – Nel nido d’uccello son covate le aspirazioni calcistiche ma anche il desiderio d’espandere un marchio (e un amore) stimolato da De Laurentiis attraverso la creazione di microblogs ufficiali del Napoli che in tre settimane hanno raccolto migliaia di fans: « E’ bello essere qua ma mi spiace che non ci siano i nostri tifosi e li capisco: loro hanno un codice, che rispetto. Però la scena è cambiata e l’universo è sostanzialmente modificato: oggi non è come vent’anni fa, la Cina ha avuto uno slancio verso l’Occidente e i cinesi sono attratti dai club stranieri». 
ARIA DI SPREAD – Il calcio ai tempi della crisi è una materia da maneggiare con cura, calcolando il peso dell’euro. Dalla Merkel a Dossena, il passo è breve. « C’è la recessione, ma sino a qualche tempo fa ce l’avevano raccontata in maniera un po’ edulcorata. Ora, quando parla la Merkel, oppure Hollande, oppure Monti, io tremo. E dunque: Dossena è un gran calciatore, che sa soffrire in silenzio, ha capacità tecniche ed umane. Vero, avevamo pensato a Balzaretti, ma lui ha voluto accontentare il proprio ego e sua moglie e io non commento. Però lui sarebbe servito a destra, perché a sinistra noi siamo coperti. E dunque, Cissokho che è un mancino, non può interessare. Ma prenderemo un giovane, questo sì, e non sarà uno impegnato su quella fascia….Perché io, Biogn e Mazzarri non abbiamo mai smesso di pensare ».
LA LEGGE DEI FORTI – E’ Supercoppa ed è (inevitabilmente) Juve-Napoli, i nuovi padroni d’un calcio che spinge De Laurentiis a sbilanciarsi per sé, per i suoi e pure per Zeman: « Penso che abbiamo una squadra uscita rinforzata a centrocampo, con calciatori che hanno avuto modo di conoscere l’ambiente e di integrarsi, con certezze come Hamsik. Sono incuriosito dalla Roma, credo in Zeman, saranno fortissimi, segneranno tanto e forse subiranno meno: magari quando giocheremo con loro finirà 9-8. E poi Stramaccioni ora ha maggiori conoscenze. E’ salita la Samp, il Palermo ha preso Sannino: sarà dura ».
TERZO TEMPO – Il futuro è adesso, certo, però le idee restano al vaglio e la volontà di svilupparle continua a solleticare quel «visionario» di De Laurentiis: « Sono stato accusato anche di questo, ma forse ho solo anticipato alcune vicende. Resto dell’idea d’una polisportiva, nella quale far rientrare anche il rugby: il mio ultimo film si chiama terzo tempo e lo spirito di quella competizione m’ha affascinato ».
CON…TE E SENZA – Meno quattro ma leggere in quella sfera di cuoio è impossibile: « Conte non ci sarà? Intanto è qui e dunque eventualmente sarà come se ci fosse. Noi abbiamo giocato e vinto senza Mazzarri in panchina, a volte. E se pure alla Juve dovesse mancare qualche giocatore, le dimostrazioni della forza dei bianconeri sono state talmente tante che non avrebbero problemi. Ma sui temi di giustizia sportiva preferisco non sbilanciarmi ed aspettare le sentenze. Semmai, sono d’accordo con Agnelli: le nostre leggi appartengono a un sistema vecchio. Lasciate che le scommesse siano gestite dai club, dalla Federcalcio e dalla Lega a gestire: con quei soldi si darebbe il via ad una grande riforma e si costruirebbero gli stadi, si rinnoverebbe il movimento, magari con una B a 40 squadre, niente C e riconoscimenti a capoluoghi con bacini di utenza importanti. Mi stanno chiamando per farmi comprare il Taranto: ma finché non c’è chiarezza, non mi muovo in alcun senso. E poi ho doveri nei confronti dei tifosi del Napoli ».
BABY BOMBER – Ventun anni Lorenzino, ventitré Edu: per la meglio gioventù, sono carezze paterne, consigli e speranze da presidente. « Vargas ha cominciato a fare anche assist intelligenti e poi non si dà in giro per fare esperimento su un investimento da 12 milioni. Preferiamo tenerlo qua, fargli imparare l’italiano da un traduttore spagnolo che abbia giocato al calcio. E quanto a Insigne, m’aspettavo che avrebbe creato tutto questo interesse: ha piedi d’oro, collegati con il cervello. Pure Messi è esploso soprattutto nell’ultimo triennio, giocando in una grandissima squadra. Insigne farà parlare di sé. Ma va tutelato da noi e dai tifosi. La sua esplosione non rimuove ciò che ha fatto Lavezzi, perché non si cancellano cinque anni con un colpo di spugna ».
VINCERE…DA SOLO – Pechino è un macrocosmo in cui c’è di tutto, la Supercoppa e anche la maliziosa domandina su possibili investitori cinesi, una partita doppia che De Laurentiis vorrebbe (vuole) esclusivamente sua: « Sarebbe bello vincere per dare continuità ai nostri successi. E quanto a possibili partners, cito mio padre: le società si fanno con soci in numero dispari sempre inferiore a tre ».
Fonte: Corriere dello Sport
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