Si muove tra fantacalcio e scaramanzia. Delio Rossi rilancia e si diverte. «Se ci dimentichiamo chi siamo ci aspetteranno altre lacrime e sangue. Queste parole potremo cancellarle dal nostro vocabolario solo noi». Il tecnico romagnolo si concede qualche momento di ilarità ma non alza la testa dalla sua squadra. Ci pensa sempre, anche quando parla di Edinson Cavani, il matador che proprio lui ha visto crescere a Palermo. «E’ un giocatore molto potente, diverso rispetto a Jovetic. Io li vedrei bene insieme. Dove? Ovviamente a Firenze, per me non esiste altro che il viola, anche se so bene che è fantacalcio».
Ci ride su perché in fondo «dire chi sia meglio tra loro due è come chiedere se sia più lungo il treno o più buona la cioccolata». Dipende dai gusti. Di certo, rassicura divertito il Rossi versione Letterman, non ci sarà nessun rito speciale, nonostante il venerdì 17 che nella smorfia napoletana sta a indicare la disgrazia.
«Mi chiedete se sono scaramantico? Non lo sono, ma ci credo. Se ho un amuleto? Non faccio riti vudù, ma ho anche io qualcosa che non si vede e che ci sarà».
Il tecnico viola si trova meglio a discutere di calcio. Sa bene che la Champions toglie energie, «soprattutto a chi non è abituato a vivere su palcoscenici tanto illuminati», ma non per questo sottovaluta il suo avversario, il Napoli, «una squadra che Mazzarri è stato in grado di plasmare, di dargli un’anima».
Meglio concentrarsi sulla supersfida col Napoli.
«Ci troveremo di fronte un avversario più forte, almeno sulla carta, ma noi e solo noi siamo gli unici artefici del nostro destino. E io dico che ce la possiamo fare. Chi non è abituato a giocare a livelli tanto importanti sente molto partite come quella col Chelsea, l’ho vissuto anche io. In più, i partenopei si sono rafforzati molto sul mercato quindi, a prescindere dall’eventuale turnover, chi scenderà in campo saprà benissimo cosa fare».
Il pericolo numero uno si chiama Cavani, Rossi lo conosce molto bene:
«E’ un attaccante moderno che non si spaventa di fronte al lavoro sporco: puoi ritrovartelo in difesa, come terzino o anche da esterno. Rispetto a Jovetic ha i sessanta metri nelle gambe, mentre Stevan è più uno che gioca di fino».
Rossi sposta la mira, dai singoli al gruppo.
«Questa è una squadra che ha qualità, deve solo tirarla fuori. Nessuno ha il posto assicurato, qui si vede chi ha davvero gli attributi».
E Mazzarri?
«Quelli più bravi di me dicono che l’allenatore incide poco sul rendimento di una squadra, ma io non ci credo. Secondo me Walter ha dato al Napoli una precisa identità, un’anima, uno spirito e lo ha fatto in una piazza complicata. Se lo trovo simpatico? Al di fuori del campo noi allenatori sappiamo essere simpatici, ma in campo è tutto diverso».
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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