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Denis, il bomber dal cuore di panna cerca il quarto centro contro il “suo” Napoli

NAPOLI – Andò via con le lacrime agli occhi. Folgaria, estate 2010, ultimi giorni di ritiro. «Tanque, ti ricorderemo per sempre», gli urlò Achille Aiello, un tifoso di Bacoli, nel vederlo allontanarsi dal campo con lo sguardo commosso. Denis non avrebbe mai voluto lasciare il Napoli e Napoli dove lui e la sua famiglia s’erano ambientati in un baleno. Ma qualche giorno prima di andar via, preparando l’asado a bordo campo per i compagni di spogliatoio, si era lasciato scappare: «Se resto qua, non giocherò mai. Ora è stato acquistato anche Cavani. C’è Quagliarella e poi il Pocho. Speriamo che venga fuori qualche estimatore». Quagliarella non era stato ancora ceduto alla Juve e Denis spinse per essere ceduto. Si fece avanti l’Udinese. Lo acquistò nonostante un infortunio che ne avrebbe pregiudicato l’impiego ad inizio di campionato. L’attaccante, prelevato da Pierpaolo Marino dall’Independiente per meno di cinque milioni di euro, s’era fratturato un piede proprio durante la trattativa tra i due club. Ma il club friulano volle mantenere i patti e prelevò ugualmente quel ragazzone di Lomas de Zamora che nelle aree di rigore sapeva farsi rispettare. Così dopo aver saltato le prime sei gare di campionato, Denis tornò in campo dopo meno di due mesi dall’infortunio.

GRANDE FEELING – A Napoli, il gigante dal cuore di panna spaccò in due la tifoseria: da una parte, chi non gradiva quella sua irruenza negli ultimi venti metri che lo portava a sbagliare palle-gol facili; dall’altra chi ne ammirava la generosità e la voglia di lottare fino ad eleggerlo un proprio beniamino. Finchè in una notte d’ottobre del 2009 non scoppia l’incantesimo ed il Tanque mette d’accordo anche l’altra parte del tifo: al ’93 di Napoli-Milan, con i rossoneri in vantaggio per due a uno, dopo aver sostituito Quagliarella, Denis svetta più di tutti e deposita in rete il pallone del 2 a 2. Tanto il boato che tremarono i palazzi adiacenti lo stadio. Mai pareggio era stato salutato con tanta partecipazione del tifo. E da quel giorno, il Tanque diventò una sorta di uomo della provvidenza. Entrava a gara in corso e raddrizzava le partite, o regalava assist. Riusciva sempre lui a colpire il pallone di testa sui cross di Maggio o di Vitale. Ma Reja gli preferiva il più tecnico Zalayeta, mentre Mazzarri schierava Quagliarella. Mai un mugugno da parte di Denis. Mai una polemica. Anzi, durante le giornate libere preparava l’asado a Castevolturno per i compagni.

DA EX – Andando via, prima a Udine e poi a Bergamo (richiamato da Marino), Denis ha fatto spesso soffrire il Napoli. Tre gol realizzati di cui due decisivi ai fini del risultato ed uno ininfluente. Eppure non ha mai esultato, ha sempre mostrato rispetto nei confronti di una squadra e di una tifoseria che per primi lo hanno accolto in Italia. Prestazioni encomiabili tanto per farsi rimpiangere un pò ma senza acredine. E se c’è un calciatore dell’Atalanta (oltre a Cigarini) da cui il Napoli sabato sera dovrà guardarsi questo è proprio il Tanque, un attaccante che a Bergamo ha realizzato trentuno gol in due campionato e che ci tiene tanto a ripetersi al San Paolo.

Fonte: Corriere dello Sport

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