Mazzarri si sta scervellando su come marcare Messi, lui invece volle fortissima- mente giocare contro il Barcellona di Johan Cruijff. Gianni Di Marzio sedeva sulla pan- china del Napoli quel lontano 25 maggio del 1978 quando al San Paolo gli azzurri sfidarono i blaugrana in amichevole: «Volevamo festeggiare de- gnamente la qualificazione in Coppa Uefa — ricorda Di Marzio—proprio come adesso il club di De Laurentiis brinderà alla qualificazione Champions partecipando al Trofeo Gamper.
Allora, però, fui io che spinsi perchè si giocasse questa sfida, volevo confrontarmi con il pianeta Barça».Un modello cui si ispira anche l’attuale presidente del Napoli. «Del resto, il club catalano da sempre è all’avanguardia. All’epoca, per esem- pio, in panchina sedeva Rinus Michels, profeta del calcio totale. Giocava a zona e con tre punte, la squadra di Guardiola sembra una fotocopia di quella che affrontammo noi».
Con Messi, come dovrà regolarsi Mazzarri? «Inutile prenderlo a uomo. Lo si può solo limitare, cercare di portarlo verso l’esterno perchè quando parte centralmente è imprendibile. Cruijff giostrava a tutto campo, lui è letale negli ultimi 30 metri». Dunque, strappare un pari al Barcellona come fece il suo Napoli sarà un’ impresa davvero ardua: «Però, con il miglior Lavezzi tutto è possibile. L’unico errore che la società non deve commettersi è quello di privarsi del Pocho».
Fonte: Gazzetta dello Sport
La Redazione
D.G.
