Totò non si ferma più. Otto reti in dieci partite ufficiali, sei in sette gare di campionato. Napoletano per estro e fantasia, friulano per la puntualità con la quale va a segno, senza soluzione d continuità, in campionato come in coppa, in amichevole come in Nazionale. È di nuovo il capocannoniere della serie A, dopo aver vinto il titolo nelle ultime due stagioni, rispettivamente con 29 e 28 reti. In quest’ultimo caso ha battuto nei gol realizzati proprio l’idolo dei tifosi azzurri Cavani.
La doppietta con la quale ha steso il Novara domenica ha consentito alla sua Udinese di volare al primo posto solitario. Domani sarà a Napoli, nel match che lo scorso anno saltò per un infortunio e non sarà solo. In tribuna è attesa gran parte della sua famiglia, residente a Pomigliano D’Arco. A casa Di Natale lo chiamano tutti Tonino, da piccolo faceva impazzire i fratelli e i suoi compagni di gioco, meritando il soprannome di «Tonino Maradona». A Udine Di Natale è diventato uomo e calciatore, ha aperto diverse attività imprenditoriali (tra le quali quella relativa ad una marca di caffè che reca il suo nome di battesimo) e in bianconero ha deciso di chiudere la carriera. Lo scorso anno rifiutò la Juventus proprio perché l’unico bianconero che intende indossare è quello della squadra della famiglia Pozzo. Stava per cedere solo quando lo chiamò il Napoli, squadra per cui ha sempre tifato.
«Non ho mai rifiutato la maglia azzurra per motivi familiari ma semplicemente per una scelta di vita. Udine è ormai la mia casa».
Domani avrà di fronte per l’ennesima volta la squadra della sua città, già castigata tante volte in passato, basti ricordare la tripletta segnata a Udine lo scorso campionato. Non sarà Maradona, ma Totò o Tonino Di Natale spaventa il Napoli, anche se di recente ha sempre detto:
«Gli azzurri sono una grande squadra, lotteranno per il vertice, noi proveremo a salvarci e poi a divertirci».
La Redazione
A.S.
Fonte: Il Mattino
