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Dilettanti, ecco i grandi numeri della Campania

Nella foto i pionieri del calcio dilettantistico campano

La fase pioneristica del calcio dilettantistico campano, che precede l’istituzione della Lega nazionale dilettanti, è fortemente segnata da un nome leggendario: Carlo Di Nanni, l’ingegnere, ex arbitro e per moltissimi anni giornalista colto e ricco di ironia, con una particolare predilezione, calcio a parte, per il teatro. Il 12 agosto 1948 don Carlo fu eletto presidente della Lega Regionale Campania la cui sede era a Pizzofalcone, al numero 1 di piazza Santa Maria degli Angeli (e sarà riconfermato per acclamazione finché non passò la mano per diventare vicepresidente nazionale). Nei sotterranei del palazzo la sede degli arbitri, presidente il ragioniere Nunziatino Nastri. Di Nanni firmava insieme al segretario l’ultima pagina del comunicato ufficiale che veniva affisso settimanalmente in bacheca e che le società – oggi basta un clic sull’apposito sito – dovevano leggere per conoscere soprattutto i provvedimenti del giudice sportivo.
Passano per il Comitato presidenti di buona caratura e autentici Carneade, nonché, a josa, commissari, alcuni molto illustri come l’alto magistrato Alfonso Vigorita poi, per lungo tempo, indiscusso presidente della Caf, il tribunale sportivo di ultimo grado, e l’avvocato Michele Pierro, una vita da pilastro della Federcalcio, come l’avvocato napoletano Marcello De Luca Tamajo che fu attivo vice dell’ex Procuratore Federale Vito Giampietro e da tempo è il capo delegazione della Nazionale. Non mancano i periodi di densa foschìa. La turbolenza più pesante quella scatenata da una lettera non molto anonima del febbraio 1989 che portò all’uscita di scena di Alfredo Buongiorno, un esemplare, integerrimo presidente rieletto per cinque volte consecutive, vittima, a futura memoria, di uno sporco gioco di potere.
Il Comitato sosterrà con tutti i mezzi il movimento del calcio dilettantistico regionale in più occasioni dolorose: il sisma del 23 novembre del 1980, la frana di Pozzano del 1997, la disastrosa alluvione a Sarno, Bracigliano, Quindici, San Felice a Cancello del 1998. Un’infinità di società da tutelare, campionati da salvare, calciatori e terreni da restituire al gioco e , non ultimo, dopo tanta tragedia, restituire la gioia del calcio di provincia a migliaia e migliaia di appassionati.
Pochi dipendenti a stato paga, uno stuolo di collaboratori, volontari diventati competenti e sempre disponibili. Al martedì, al giovedì e al venerdì c’è sempre folla: porte aperte ai dirigenti e, a tutti, risposte precise, per tutti adempimenti cortesemente veloci. È questa la parola d’ordine dell’ex calciatore della Sanità Salvatore Colonna, penalista e apprezzato saggista nel campo del diritto sportivo, presidente dal 6 novembre del 2000, succeduto alla lunga presidenza dell’onorevole Cosimo Sibilia, attuale delegato regionale Coni nonché presidente della Provincia di Avellino. La stessa di Enzo Pastore, il «Blatter del Sud», segretario di lunghissimo corso, primo in Italia a essere stato eletto vicesegretario nel 1984 e poi diventato segretario. Con un unico scopo: aiutare sempre al massimo il movimento ma solo nel rispetto delle regole.

 

Fonte: Il Mattino

La Redazione

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