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Diritti Tv, Paolillo minaccia le piccole: “Non compriamo da voi”

MILANO, 13 maggio 2011 – L’amministratore delegato dell’Inter, Ernesto Paolillo, entra duramente nello scontro interno alla Lega di A tra le 5 Big e le società medio-piccole. “Si è creata questa spaccatura nella Lega e la battaglia proseguirà anche in chiave di mercato, perchè le grandi potrebbero scambiarsi tra di loro calciatori e non prendere calciatori dalle altre squadre e lo si può dire con assoluta trasparenza. Gli affari si fanno con le controparti con le quali si hanno rapporti. Se da una parte vengono portati via soldi alle cinque grandi, è evidente che poi non si vanno a regalare soldi alle piccole”. Così questa mattina Paolillo ai microfoni di Radio Crc.

SCONTRO DIRITTI TV — Il dirigente nerazzurro ha fatto il punto sulla situazione che si è venuta a creare in Lega per la ripartizione del restante 25% dei diritti tv. “La legge Melandri – continua – stabilisce che il famoso 25% deve essere stabilito in base al numero di tifosi, attraverso l’ausilio delle indagini demoscopiche. Non è vero che le 5 grandi sono contro queste indagini, piuttosto sono contro un criterio delle indagini demoscopiche imposto dalle 15 piccole e che non corrisponde alla reale situazione. Inserire l’auditel come elemento di forza non ti porta da nessuna parte perchè l’auditel in Inter-Chievo fa risultare un milione di spettatori e questi vengono divisi in parti uguali, senza riuscire chiaramente a sapere il numero preciso di pubblico di entrambe le squadre. Noi siamo a favore delle indagini demoscopiche ma a patto che queste siano serie e trasparenti”.

NAPOLI-INTER — Poi ha parlato della sfida di domenica sera al San Paolo. “Sarò al San Paolo e mi fa un piacere immenso. L’atmosfera del San Paolo dovrebbero viverla tutti gli appassionati di calcio. È bello sapere che il Napoli torna nell’Europa che conta, questo è merito della società, di De Laurentiis che sta rilanciando il club e dell’allenatore perchè queste squadre la fa giocare bene lui”. Ha poi aggiunto: “Domenica dovremmo giocarci la partita e cercare di vincere perchè ci teniamo al secondo posto. Per evitare che questo secondo posto ci possa essere toccato dai risultati delle altre squadre, dobbiamo scendere in campo con la mentalità vincente. Inoltre credo sia bello dimostrare ai tifosi dell’Inter che dopo il Milan campione, ci siamo noi. Ci starebbe bene anche il pareggio, ma non si può insegnare ai calciatori di andare in campo per pareggiare perché se si entra per il pareggio si perde sempre. Credo che anche il Napoli avrà voglia di vincere per farsi bello e festeggiare davanti al suo pubblico”.

LA RISPOSTA DI ZAMPARINI: JUVE DA SOLA? BENISSIMO — E da parte delle cosiddette piccole, una risposta arriva da Maurizio Zamparini: “L’esodo dei tifosi verso Roma è bellissimo e dimostra come i dati che ci sono in Lega come bacino d’utenza sono falsi. Alle tre grandi davano il 75 per cento e a Palermo l’1,35 per cento – ha detto Il presidente del Palermo, intervenuto in conferenza stampa -. Il calcio italiano deve trovare un equilibrio. La mia tabella è di dare un 50 per cento a tutti, un 30 per cento per meritocrazia alle prime 10 del campionato e un 20 per cento premiando la media degli ultimi cinque anni. Agnelli dice andiamo a giocare in un’altra Lega? Magari, abbiamo già giocato senza la Juve e si è stato benissimo”.

SEMERARO: FORZATURA — Nel tardo pomeriggio anche Pierandrea Semeraro (Lecce) ha reagito alle parole di Paolillo: “Penso sia eccessivo passare da un discorso di diritti tv ad uno di minacce o ad un ricattuccio ridicolo – ha spiegato il presidente del Lecce -. La posizione di Paolillo mi sembra una forzatura”. Un calciomercato estivo solo tra le 5 Big italiane ? “Non la trovo comunque una situazione realizzabile, ma se proprio vogliono… Le grandi potrebbero a questo punto fare anche mercato solo con i club stranieri e creare una Lega tra le più forti società straniere. Forse Paolillo vuole operare all’estero per far crescere i giovani. Così si fa solo il male del nostro calcio senza dimenticare che le stesse cinque hanno il vantaggio di valorizzare i loro talenti, trasferendoli anche per brevi periodi in una piazza più piccola”. Chiudendo così: “Il calcio italiano non è formato esclusivamente da cinque squadre. Paolillo dovrebbe leggersi bene la legge Melandri prima di dichiarare certe cose, visto che anche all’estero vige una spartizione diversa rispetto a quella italiana”.

Fonte: Gazzetta.it

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