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Dzemaili, il coltellino svizzero azzurro si prende la Nazionale: “In Brasile decisivo come a Napoli!”

NAPOLI – L’ora (e mezza) di Blerim. Sembra dunque tornata. Poiché il ballottaggio col connazionale e compagno di reparto Inler non si pone nemmeno in partenza. Almeno per stavolta, lui dovrebbe partire titolare al posto del capitano (fermo per squalifica). A Berna domani, contro l’Islanda (già piegata a Rejkyavik), per le qualificazioni al prossimo Mondiale. Un modo per riproporsi anche in rossocrociato (al fianco di Behrami), per poi provare a ingarbugliare tutti i (buoni) propositi di gerarchia compilati dal CT Hitzfeld (in previsione di Norvegia-Svizzera di martedì 10), che in più occasioni l’ha relegato alle spalle delle altre due guardie svizzere. Naturalmente compagni anche di club, in un’alternanza che nelle scorse stagioni (soprattutto nell’ultima) ha messo in imbarazzo lo stesso Mazzarri.

DUBBI – E che ora potrebbe provocare arrovellamenti anche nel neo-tecnico spagnolo. Blerim Dzemaili, il primo ad arrivare della colonia svizzera (precedendo di una decina di giorni colui che aveva affiancato peraltro anche nello Zurigo (Inler), un “factotum” in grado di fare bene parecchie cosette (gol compreso), di farsi trovare sempre pronto alla bisogna, di fare il suo lavoro con spiccata professionalità. Di rasentare insomma l’indispensabilità. Perché, dopo aver fatto i dovuti conti, il motorino del centrocampo azzurro è a tutti gli effetti inserito in un trio composto dagli altri due connazionali, con l’aggiunta del croato Radosevic (a meno che poi Rafa non vada ad attingere pure in Primavera). Un po’ pochini per le esigenze di una mediana che avrebbe dovuto contemplare almeno quattro effettivi.

ALTERNANZE – Ma, tant’è, non sempre le ciambelle (leggasi operazioni di mercato, tipo Gonalons), possono essere dotate del famoso buco. Quello stesso buco che per ora non appare nella zona nevralgica del campo poiché, anche se per l’abbrivio di campionato la coppia designata (in apparenza) sembra essere formata da Behrami e Inler, ciò non toglie assolutamente che (causa penuria di “personale” per i tre fronti) i tre finiscano con l’alternarsi in modo più o meno equilibrato. Che è poi una prerogativa della filosofia Rafaeliana, quella cioè che non pare privilegiare le gerarchie inflessibili, ma si presta bene ad alternanze ed aperture a seconda di esigenze tattiche e stati di forma.

FIDUCIA – Quella che per lo stesso Blerim fa pendere la bilancia nettamente a favore del club. In pratica, pur non sentendosi sicuro del posto, l’elvetico sente di essere a Napoli destinatario di una considerazione ben più ampia rispetto alla nazionale. «Non voglio perdere l’appuntamento con il Brasile», così Dzemaili, con annesso “pungiglione”, al portale svizzero RTS sport. «Ho già perso l’Euro 2008 e la Coppa del Mondo 2010. Ho perso le prime partite dell’era Hitzfeld e non era facile tornare. Rispetto alla nazionale, dove sono una seconda scelta, a Napoli la mia situazione è molto diversa. La scorsa stagione ho giocato 34 partite su 38 e godo di una maggior considerazione». Al fianco di Behrami (a sua volta irresistibile) s’era distinto nell’amichevole vinta sul Brasile, ricevendo elogi, non facendo peraltro rimpiangere il Re Leone. Col risultato perciò quantomeno di disorientare il CT che, domani sarà obbligato ad utilizzarlo, e martedì avrà di che pensare.

TIFOSI – «A Napoli sto molto bene. Posso camminare tranquillamente in città, anche se spesso mi chiedono autografi e foto che concedo volentieri. Lavezzi invece, due anni fa, dovette farsi scortare dalla polizia, costretta a bloccare la strada». Uomo di fatica che però si è sempre dichiarato (anche coi fatti) uomo di costruzione, Blerim è in grado di assicurare un più elevato dinamismo nella fascia centrale del campo. Benitez lo sa bene ed ha già approntato un nutrito carnet di occasioni per lui, la prima delle quali già staccata (parzialmente) nel blitz del Bentegodi (alla prima era squalificato). I nove gol dell’ultima stagione, poi, rappresentano un’ulteriore leva per far crescere il consenso del tecnico.

Fonte: Corriere dello sport

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