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E’ cominciata l’avventura dell’allenatore spagnolo: Napoli abbraccia Don Rafè

Vertice di mercato poi in centro per la scelta della casa Visita al San Paolo Da domani al lavoro

NAPOLI – Buongiorno Napoli: e ora che anche (operativamente) è cominciata, meglio avventurarsi nel cuore d’una città e del suo club, per aver percezione persino dei dettagli. Si parte, si atterra e si scopre il proprio futuro (professionale, umano), in quel macrouniverso con sei milioni di tifosi sparsi nel mondo che l’ha già battezzato a modo suo: «So bene che per tutti sarò Rafè» . Il tour a volto (teoricamente) coperto vale come assaggio, per capire, per svelare: ci saranno giorni meno frenetici e carichi d’appuntamenti, ma nel «debutto»  di Benitez c’è già il cuore di Napoli che pulsa, con
blitz qua e là per cominciare a disegnarsi la mappa della propria City in testa.

IN CAMPO  – Toccata a Capodichino, poi fuga, immediata, a Castelvolturno, la nuova casa che sta prendendo forma ad immagine e somiglianza del prossimo inquilino: restyling in corso, tra campi e uffici, ma – innanzitutto – l’abbraccio con De Laurentiis e Bigon che l’accolgono per avviare un summit di mercato da spalmare nel corso d’una decina d’ore utili per assolvere ad una serie di commissioni inevitabili e per chiacchierare (of course) di acquistio e di cessioni. Domani si lavora: appuntamento alle dieci per un pre-raduno utile a stilare le tabelle personalizzate attraverso i test; e quindi, necessario addentrarsi con lo staff – che lo ha preceduto: Paco de Miguel c’era da domenica, Pecchia e gli altri sono spuntati in mattinata – in quell’habitat da assorbire rapidamente.

IN CENTRO – La seconda tappa è più personale: va scelta la casa e nel pacchetto di quelle solitamente disponibili, c’è da orientarsi tra Marechiaro e Posillipo, tra via Petrarca e la zona chic. Un giro di perlustrazione, per avere indicazioni utili poi alla signora Benitez. Il passaparola è incessante e la Benitez-story ha un’eco rivelante che finisce persino nell’etere: «E’ in un atelier» . C’è la divisa sociale che l’attende.

A FUORIGROTTA – L’esordio, dopo l’annuncio della firma, fu dirompente: la domanda che nacque spontanea, in Benitez, per attivare il dialogo con la «sua»  gente, fu semplice e intrigante ( «indicatemi i dieci luoghi più belli di Napoli da visitare» ) e scatenò il popolo reale di quello spazio virtuale ch’è Internet. Il san Paolo è magìa, è follia, è ispirazione, è l’epicentro di una fede laica che alla domenica accoglie spesso e volentieri sessantamila fans perdutamente innamorati: ieri, alle cinque del pomeriggio, c’era il vuoto, il silenzio, la tranquillità e comunque il fascino assai indiscreto d’uno stadio che nel suo piccolo è un museo, un tempio, nel quale Benitez s’è calato, per viverlo senza il pathos dei tre punti.

FULL IMMERSION – Poi di nuovo in direzione Castelvolturno, con De Laurentiis e con Bigon, per una nuova panoramica sul mercato, per riepilogare le chiacchierate (telefoniche) delle ultime settimane e ridistribuire le priorità alla luce di ciò ch’è successo: buonasera Napoli…
Fonte: Corriere dello Sport

La Redazione
L.D.M.

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