Il mare che bagna via Caracciolo è una cartolina conservata nella pelle e quel panorama che ora gli strizza l’occhio è la certificazione di un amore: rivedi Napoli e poi pensi a ciò ch’è stato, a ciò che potrebbe essere, a ciò che sarà stasera, in quello stadio dei sogni personali, del delirio paterno. « Sono nato a Monaco, ma sono italiano dentro, e ovviamente napoletano dentro. E potete ovviamente capire perché mai mi chiami Diego Armando » . 1 maggio 1990: perché mai, signore e signori? La Napoli assolata è un Paradiso da gustare senza distrarsi un secondo e in quel pellegrinaggio da Casavatore, da Afragola, con i parenti e gli amici che se lo coccolano e se lo abbracciano, c’è pure il tempo per andarsene un po’ in giro, annusare il clima, avvertire la salsedine: « Io sto bene in Germania, non mancherei mai di rispetto alla nazione che mi ospita, che ha dato lavoro ai miei. Però questo è lo scenario da sogno. Io ci vengo sempre, d’estate faccio qui le mie vacanze; e poi tifo Napoli ». Si scrive Diego Armando e poi si continua: Contento, 21 anni e una fascia da percorrere in lungo e in largo, in quello stadio studiato dal buco della serratura: « Guardo sempre le partite del Napoli, tutte, ma stasera non so se giocherò: essere qui e viverla da protagonista, dovendo persino fare la conferenza stampa, non mi sembra vero. Io sono cresciuto nel mito di Maradona, anche se non l’ho visto giocare perché ero appena nato quando lui andò via; però mio padre me lo ha raccontato ed io qui, vedete, sull’avambraccio sinistro, mi sono lasciato tatuare la scritta la mano de dios. Lui è stato il più grande di sempre ». La Napoli di ieri è nei racconti, la Napoli di oggi è nel vissuto: il Napoli di stasera, che Diego Armando Contento va a sfidare con la pelle d’oca, « è Lavezzi, per il quale faccio il tifo e del quale ho la maglietta; ma è anche Cannavaro e so già che stavolta la chiederò a lui, la maglia, perché se sei tifoso d’una squadra devi avere la casacca del capitano. Quasi quasi non ci credo di essere qua, di essere entrato sul tappeto verde del San Paolo: ora mi godo questa due giorni, concentrandomi anche sulla partita; poi preparo un carico di mozzarelle da portare agli amici in Germania » . Napoli- Bayern è un cuore spaccato a metà.
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
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