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Francesco Lodi: “In squadra mi trovo benissimo con gli argentini, sono molto simili ai napoletani…”

Otto reti in campionato e una valanga di assist per i compagni. La stagione di altissimo livello del Catania passa anche dai piedi del suo regista,Francesco Lodi, napoletano con passato da trequartista che in Sicilia è esploso davanti alla difesa. Le sue punizioni sono letali “da piccolo mi divertivo a colpire le insegne dei negozi” ed ai microfoni di Sportmediaset.it parla anche di Nazionale ed Europei: “Per ora non ci penso”.

Hai detto di ispirarti a Maradona per le punizioni. Ma quanto tempo hai passato o passi a perfezionarti e come?
“Di solito dedico una parte di allenamento del venerdì e del sabato alle punizioni, con l’aiuto della barriera di ferro…”

Mihajlovic raccontò di aver distrutto delle saracinesce con le punizioni. Tu hai qualche aneddoto simile?
“Da bambino giocavo in strada. Mi divertivo un sacco e la mia sfida era quella di cercare di colpire le insegne dei negozi”.

La tua storia ricorda un po’ quella di Andrea Pirlo. Cresciuto come fantasista ti ritrovi nel pieno della tua maturità qualche metro più indietro. Ti ritrovi?
“In comune con Andrea ho solo il ruolo, lui ha fatto tanto, tantissimo per il calcio italiano ed è arrivato ai massimi livelli. Io sono ancora all’inizio e devo ancora fare e dimostrare tantissimo”.

Hai mai pensato di poter essere un regista coi controfiocchi? E in caso negativo cosa ti manca per poterlo essere?
“Mi piace molto giocare davanti la difesa, ma negli anni per una ragione o per l’altra non ci sono mai riuscito. Oggi, grazie a Lo Monaco, ricopro il ruolo che preferisco e che mi permette di esprimermi al massimo”.

Non posso dire che ti manca il gol perché sei quasi in doppia cifra, ma a Frosinone segnavi spesso anche su azione. Quanto ti manca essere là davanti?
“Non mi manca essere là davanti ma mi manca soprattutto il gol su azione. Spero di riuscirci il prima possibile anche se l’importante alla fine è fare gol… in qualunque modo”.

A Catania ti stai consacrando a livelli altissimi. Sotto sotto speri in una chiamata per l’Europeo?
“Non mi faccio condizionare dopo alcune partite giocate bene, bisogna saper fare bene con continuità. Io però al momento non penso alla Nazionale, penso prima di tutto a fare bene col Catania”.

La maturazione è arrivata un po’ tardi. Come mai e dove (se c’è) pensi d’aver sbagliato qualcosa?
“Probabilmente ho sbagliato in passato nel farmi condizionare troppo facilmente dagli episodi, oggi invece ragiono su ogni decisione e cerco di scegliere sempre le cose più sensate”.

Oggi parlano tanto dell’Udinese che sforna talenti. Non aveva sbagliato nemmeno con te, di fatto. Ma cosa non ha funzionato a Udine? Ruolo, posizione, ambiente?
“Sono capitato in un anno particolare, ma ringrazio sempre la famiglia Pozzo che mi ha dato la possibilità di tornare in serie A. Probabilmente ho riscontrato alcuni problemi sul tipo di ruolo nel 4-3-3 di Marino”.

Come ti trovi con Montella e com’è giocare in una colonia argentina? Hai imparato lo spagnolo? 
“Con il mister mi trovo benissimo, lo conoscevo già da Empoli quando ero molto giovane. Ho un ottimo rapporto con tutti gli argentini anche perché sono molto simili a noi napoletani, e anche la lingua è molto simile pertanto ci capiamo perfettamente.”

Qual è il tuo rapporto con la moda del momento: i social network?
“Non ho profili Facebook né Twitter. Il tempo libero che ho lo dedico tutto alla mia famiglia”.

Qual è la punizione che sogni ogni notte? 
Sicuramente quella da fare… Di quelle fatte invece, ricorderò sempre quella con la Juve al 95° e quella di quest’anno al Palermo

 

La Redazione

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