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Ferlaino: “Questo Napoli può battere il Bayern Monaco”

Quando affiora il ricordo di quella notte, scorrono le lacrime. «È stata l’emozione più forte della mia carriera», racconta Corrado Ferlaino, mettendo in un angolo la gioia per i due scudetti. Lui, presidente felice del Napoli vincitore della coppa Uefa, quella notte del 17 maggio 1989 nella strada dallo stadio all’aeroporto di Stoccarda. «Ero in auto, precedevo il pullman della squadra. Era come se avanzasse l’armata azzurra. Intorno migliaia di napoletani allegri e di meridionali orgogliosi. Avevamo regalato un sogno anche a calabresi, siciliani, abruzzesi che erano emigrati in Germania e vivevano quotidiane mortificazioni». 

Il Napoli ritrova domani sera il Bayern Monaco travolto nelle semifinali di ventidue anni fa, stavolta in Champions. Ingegnere, che ricordi ha delle sfide con Bayern e Stoccarda?

«Ricordi differenti. Con un gol all’ultimo minuto, a stento, avevamo superato i quarti contro la Juve e quando ci accoppiarono al Bayern tutti dissero che era una sfida impossibile per noi. Avevamo molta preoccupazione anche perché Maradona aveva problemi alla caviglia e infatti da Milano venne il suo medico argentino, Oliva, per curarlo. Diego, come sempre, strinse i denti: giocò e vincemmo. Le due partite con il Bayern furono tappe di avvicinamento, quelle con lo Stoccarda il sogno che diventava realtà: il più grande risultato nella storia del Napoli».

I dirigenti di Bayern e Stoccarda dissero che gli arbitri vi avevano favorito.

«Beh, quel rigore che al San Paolo ci fece pareggiare con lo Stoccarda era dubbio, diciamo che fu molto abile Maradona a procurarselo. Eravamo potenti, questo è vero: avevamo forza tecnica e societaria. C’erano tanti politici a Monaco e a Stoccarda, tutti in prima fila per le vittorie… Operavamo in un contesto differente da quello attuale, basavamo tutto sugli incassi ai botteghini. Entravano 20 miliardi di lire e ne uscivano 35 soltanto per gli stipendi dei calciatori. Ci fossero stati i milioni di euro di Sky, quel grande Napoli non avrebbe accusato crisi economica e tecnica».

Careca fu il protagonista delle due semifinali contro il Bayern: tre gol.

«Grandissimo. E grandissimo Maradona, che lo ispirò nonostante i suoi problemi fisici. Diego aveva orgoglio, era un vincente, non si tirava indietro. Altro che i calciatori di oggi che si fermano al primo dolorino. Careca giocò con la febbre alta la finale di Stoccarda: segnò, fu tra i migliori. Campioni e uomini veri».

A distanza di ventidue anni, potrebbe rivelare se davvero Maradona sul campo di Stoccarda le chiese di cederlo?

«Una sua palla. Mi disse in un orecchio: sei contento, presidente? Maradona soltanto una volta mi disse di voler andare via. Eravamo in pullman, troncai subito il discorso: non ti cederò mai. Fosse andato via, non avremmo vinto il secondo scudetto. Diego lasciò il Napoli nel ’92, a fine squalifica, perché me lo impose la Fifa».

Altra rivelazione: perché Bianchi rientrò subito negli spogliatoi di Stoccarda senza festeggiare?

«Era fatto così, inflessibile. Maradona e i compagni auspicavano una maggiore flessibilità. C’era uno scontro continuo con il tecnico: un anno prima della coppa Uefa avevo mandato via quattro caporioni dallo spogliatoio».
Monaco e Stoccarda, due città dipinte d’azzurro.

«Ventimila, trentamila napoletani con noi. Quelle partite furono il trionfo della nostra tifoseria e dei tanti immigrati che ingoiavano bocconi amari. Fu la loro rivincita e ancora oggi ne sono orgoglioso».

Domani torna quella sfida, c’è il super Bayern al San Paolo.

«La vedrò in tv, non sono più entrato in uno stadio dopo trentadue anni di partite e allenamenti. Anche nell’89 dicevano che il Bayern era forte, troppo forte per noi. Niente paura oggi come allora: questo Napoli ha tutto per vincere».
Dice Mazzarri: questa squadra ricorda quella di Vinicio, il primo grande Napoli di Ferlaino che sfiorò lo scudetto.

«Ha ragione Mazzarri. Anche Vinicio giocava molto sulle fasce e attaccava tanto. La squadra di Maradona era più forte, ma quella del ’75 giocava bene e divertiva. Faceva sognare».

La Redazione

A.S.

Fonte: Il Mattino

 

 

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