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Finale salva, l’accordo in extremis

Presa di posizione del questore: «Senza navette niente partita». Poi l’intesa tra Comune e Lega

C’è voluto un accordo in extremis per scongiurare il rischio che la finale di Coppa Italia saltasse. Il match è rimasto a lungo in bilico finché, con una decisione che non ha precedenti, la Lega calcio ha accettato infatti di devolvere ai centri anziani romani l’1% dell’incasso, circa 35mila euro, a copertura delle spese di trasporto e altri 10 mila euro all’Ama per i servizi di pulizia. Decisione sui generis. Da qui la soddisfazione del sindaco di Roma Alemanno. «Si tratta – ha detto – di un primo punto di partenza per trovare un nuovo equilibrio tra la valorizzazione della città che viene da grandi eventi sportivi professionistici e la sostenibilità economica dei servizi che le nostre amministrazioni devono offrire».
Il questore di Roma, Tagliente, aveva puntato i piedi: «O l’Atac fornisce le navette per i tifosi che andranno allo stadio o non ci sono le condizioni per far disputare Juventus-Napoli». Un fax era stato inviato al Viminale e per conoscenza a Campidoglio, prefetto e all’azienda dei trasporti con la richiesta «di valutare l’opportunità di adottare un provvedimento interdittivo dello svolgimento dell’incontro di calcio per carenza di condizioni di sicurezza».
Senza i bus, niente calcio d’inizio, insomma. Troppo rischioso lasciare la capitale in mano alle tifoserie. Da qui l’unica richiesta che poteva sbloccare la situazione: utilizzare il servizio navetta. Soluzione condivisa da tutti i soggetti chiamati a evitare gli eventuali danni collaterali di un evento considerato «ad alto rischio».
Arrivare a un punto di incontro non è stato facile. La trattativa tra Roma e Milano, dove ha le sede la Lega, è andata avanti per ore. Il sindaco Alemanno non ha voluto sentire ragioni. Come già aveva fatto lo scorso 1° maggio per il Concertone dei sindacati confederali ha preteso che gli organizzatori dell’evento sportivo si facessero carico delle spese per così dire «aggiuntive». Ma il direttore generale Marco Brunelli ha ricordato che secondo le norme la Lega serie A era tenuta a garantire la sicurezza dall’interno dello stadio fino alla prima area di prefiltraggio, «quello che succede fuori compete ad altro». E ancora per rafforzare il concetto: «Dobbiamo occuparci della apertura, della chiusura e della pulizia dello stadio, come ci è stato richiesto dalla Questura abbiamo aumentato il numero degli steward, oltre mille, andandoli a cercare in altre città perché quelli di Roma non bastavano per un lavoro più capillare e avanzato di un centinaio di metri la zona di prefiltraggio rispettando tutte le condizioni».
Come uscirne? Chi avrebbe dovuto accollarsi i costi delle navette? Tutto questo mentre già risuonava l’allarme ultrà. E di conseguenza le contromisure: cordoni intorno alla città, caselli autostradali, l’area dell’Olimpico blindata «formato zona-rossa». Solo da Napoli arriveranno circa 30mila tifosi per lo più in pullman. Non ci saranno aperture straordinarie della metropolitana. Segnalati in arrivo anche bagarini: cercheranno di fare affari d’oro vendendo a prezzo maggiorato i biglietti della finale. Si prevedono anche 5mila biglietti falsi: l’unica cosa che non cambia mai

 

Fonte: Il Mattino

La Redazione

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