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Follie da Social Network. Balotelli e il(falso) pianto per razzismo che arriva anche alla Casa Bianca

Fossero stati soltanto i «Balotelli lovers» turchi del Trabzonspor a perdere la trebisonda per le lacrime di SuperMario («No al razzismo») forse nessuno se ne sarebbe accorto. Ma quando la scritta «Shame #Napoli shame» compare sul profilo Twitter dell’Obama Diary, tra una foto ufficiale della First Lady Michelle e un messaggio ispirato di Barack in persona, allora vuol dire che il pianto di Balo è diventato virale e «politico».

«Vergogna Napoli» scritto su un sito quasi ufficiale vicino alla Casa Bianca, con i tifosi napoletani accusati di aver fatto piangere l’attaccante del Milan con i cori razzisti. Per qualche ora l’altra sera, nel trita (twitta) tutto della Rete, sono volati i commenti più duri. Messaggi contro il razzismo hanno inondato il sito ufficiale della squadra del Napoli. Che è stata costretta a smentire: nessun coro razzista al San Paolo durante la partita. Da Twitter a Facebook, parole di fuoco (inviate anche al giocatore partenopeo Inler) con relativi messaggi di autodifesa (soprattutto) da parte di napoletani indignati. Chi ha fatto partire la bufala sulle «lacrime e il razzismo»? Come spesso accade tra i mille incroci dei social network è difficile risalire il filo della corrente. Ci ha messo del suo l’ex giocatore della Juventus Felipe Melo, oggi al Galatasaray di Istanbul, con questo tweet: «Un peccato vedere Balotelli fischiato negli stadi italiani. Doloroso vederlo triste e in lacrime. Forza Mario sei un campione!».

Se sono stati i turchi a cominciare, come ci è arrivata la storia nell’anticamera della Casa Bianca? È vero che Balotelli è uno degli italiani più conosciuti all’estero (come testimoniava qualche tempo fa la copertina di Time magazine) e che la sfida Napoli-Milan è stata vista in tutto il mondo. Ma chi segue in tempo reale «i dolori del giovane Mario» tra i fedelissimi del presidente Usa? In realtà @TheObamaDiary ha ritwittato un messaggio dell’influente Mona Eltahawy (200 mila follower), giornalista e blogger egiziana con base a New York: «Vergogna Napoli. Non c’è posto per il razzismo nel calcio. Mario Balotelli in lacrime per il dileggio razzista allo stadio San Paolo», così Mona ha commentato un’immagine del giocatore affranto in panchina.

La Eltahawy è un’ascoltata editorialista di politica (appassionata di calcio): nel 2011 al Cairo, dopo essere stata arrestata in piazza Tahrir, è stata rilasciata con le braccia rotte. E ha accusato la polizia di torture. Una blogger battagliera che neanche questa volta batte in ritirata: «Sapete quanto amo Napoli – twitta – Leggete il rapporto su Balotelli e il razzismo redatto dalla Federcalcio italiana». Come dire: se questa volta i tifosi napoletani non c’entrano, il problema esiste.

Sul sito del «Napolista» un tale Diego Pugliese che lavora a Dublino spiega in inglese che «Balotelli ha pianto perché ha giocato male». Alla Casa Bianca qualcuno legge il Napolista? Il suo motto è una frase dell’allenatore Rafa Benitez: «Sin prisa pero sin pausa». Senza fretta ma senza sosta. Un motto che andrebbe bene per Balo e pure per Obama.

Fonte: Corriere della Sera

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