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Foschi, il ds che lo portò in Italia: «Real e Mancini pazzi per Edi»

L’ex dirigente del Palermo «È un ragazzo che rispetta gli accordi siglati»

Quando l’allora direttore sportivo del Palermo Rino Foschi (attuale ds del Padova) riuscì a portare l’uruguaiano in rosanero i complimenti per il dirigente si sprecarono. «Cavani era esploso con la sua nazionale under 20, piaceva a tutti, al Real Madrid più degli altri perché Baldini e Capello lo avevano inserito in una lista di nomi su cui puntare. Giocai d’anticipo e un po’ d’astuzia. Ma se venne da noi e non andò in Spagna o alla Fiorentina è solo perché il suo agente Triulzi mantenne la parola data. Da vero galantuomo».
Foschi, il prossimo gol che farà il Matador, sarà il numero 100. Se lo aspettava?
«Non l’avrei mai pagato 5 milioni di dollari se non credevo nelle sue doti… per un ragazzo di 19 anni è una valutazione non di poco conto. Lui aveva la fissa di giocare da prima punta, ma poi ha imparato a fare per bene tutti e tre i ruoli d’attacco. Adesso è un fenomeno».
Oggi qual è la sua valutazione?
«Almeno il doppio di quanto lo ha pagato De Laurentiis due anni fa: il Napoli fece un affare e lo soffiò a Mancini che se lo voleva portare in Inghilterra al City già allora».
Prima o poi andrà a giocare in un top club?
«Perché, il Napoli non lo è? Fossi in lui resterei il più tempo possibile in maglia azzurra. Se si trova bene, non commetta l’errore di andarsene».
Non fu facile portalo a Palermo?
«La ciliegina sulla torta in quella trattativa fu il modo in cui riuscì a nasconderlo a parecchi procuratori che avevo avvistato all’aeroporto di Malpensa. Capii che volevano soffiarmelo. Allora lo chiusi in hotel, al Visconti, e lo feci uscire dalla stanza solo dopo aver firmato il contratto. La Fiorentina e qualcun altro erano in agguato, pronti a portarmelo via».
Un bel colpo?
«Triulzi, il suo procuratore, fu un gran signore. Nonostante le offerte che gli arrivavano copiose al telefono rispettò tutti gli accordi via fax siglati tra di noi. Non chiese un solo euro in più».
Un buon auspicio per il Napoli?
«Direi di più: una garanzia. Cavani e il suo manager sono persone che rispettano gli impegni e la parola data. Se andrà via dal Napoli è solo perché la società ha deciso di cederlo. E non mi pare che De Laurentiis lo voglia vendere».
Eppure le sue parole di sabato sera lasciano intendere che…
«La fermo. È un gioco delle parti in questo mondo. Non sarà giusto, ma è ovvio che se segni per due anni di seguito 20 gol un ritocco dell’ingaggio può essere legittimo».
Cavani è il suo colpo più importante?
«No. Il mio miglior affare in termini di risultati è stato quando quasi costrinsi il Napoli, nell’ottobre del 1986 a prendere dalla Triestina Romano. Ero uno degli osservatori del club azzurro. Ce ne misi di tempo per convincere Allodi a ingaggiare quel ragazzo che giocava in serie B».

Fonte: Il Mattino

La Redazione

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