Otto rigori a favore, la Roma regina del campionato in questo senso, nessuna come i giallorossi in serie A (a quota cinque Fiorentina, Milan e Torino. Penalty tutti realizzati (tre decisivi) che hanno fruttato cinque punti alla squadra di Spalletti. Il rigorista è l’argentino Perotti che ha segnato cinque rigori su cinque, poi Totti a quota due e Dzeko a una rete. Il Napoli invece è fermo ancora a zero, l’unica squadra di vertice che ancora non ha ricevuto nessun penalty a favore (però non ne ha avuti neanche contro): l’ultimo rigore il 19 aprile nel 6-0 contro il Bologna lo mise a segno Gabbiadini. Otto mesi, quindi, senza penalty per gli azzurri che in questa stagione due rigori li hanno avuti in Champions League contro il Besiktas (il primo lo sbagliò Insigne, il secondo lo mise a segno Gabbiadini). Proteste invece contro la Dinamo Kiev al San Paolo per il rigore non concesso a Gabbiadini spinto da Vida in area di rigore. Il Napoli, quindi, nonostante insieme alla Roma sia la squadra che giochi di più nell’area di rigore avversaria in campionato non ha avuto ancora rigori: l’episodio più clamoroso alla prima giornata a Pescara sul 2-2 (l’arbitro Giacomelli assegnò il tiro dal dischetto per il contatto tra Zuparic e Zielinski, ma poi tornò sulla sua decisione dopo un consulto con l’addizionale Rocchi che aveva riscontrato in precedenza un fallo di Albiol sul portiere pescarese Bizzarri). Le proteste più clamorose del Napoli furono quelle del Ferraris contro il Genoa nel match finito 0-0: gli azzurri protestarono per due rigori non concessi da Damato, il primo per un braccio in area in avvio di partita di Ocampos, il secondo per il contatto nel secondo tempo tra Orban e Milik con il polacco che finì a terra al momento del tiro. Lo riferisce l’edizione odierna de Il Mattino.
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