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Gare truccate, i Masiello boys confessano

Per la fuga di notizie sulla identità dell’imprenditore aperto un nuovo fascicolo

I «Masiello boy’s» hanno confessato. Avrebbero confermato l’identità di Mister X e avrebbero risposto alle domande sulla società giallorossa, sulla quale potrebbero ora concentrarsi le indagini. Per ore nel carcere di Bari hanno raccontato al pm Ciro Angelillis la loro verità sul giro di scommesse organizzato con la complicità dell’ex difensore del Bari, Andrea Masiello, ora all’Atalanta. Gianni Carella e Fabio Giacobbe si aspettano ora che il gip Giovanni Abbattista li mandi ai domiciliari, come è successo ieri per Masiello che è tornato nella sua casa di Bergamo. La decisione del giudice si conoscerà domattina, ma è scontato che concederà ai due gli arresti domiciliari. Le confessioni di Carella e Giacobbe – dicono fonti ben informate – hanno fornito ulteriori riscontri alle ammissioni fatte da Masiello nei tre interrogatori a cui l’ex difensore biancorosso è stato sottoposto in 24 ore, ed hanno fornito nuovi spunti investigativi.
A iniziare dall’identità del Mister X salentino, indicato nell’imprenditore Carlo Quarta, che avrebbe dato al tridente Masiello-Carella-Quarta i 230 mila euro per truccare il derby Bari-Lecce (finito 0-2) del 15 aprile 2011. Sulla rivelazione dell’identità di Quarta la procura barese ha aperto un indagine per la fuga di notizie, in quanto anche l’interrogatorio di Masiello era stato secretato.
«I soldi – avrebbero confessato i tre al pm Angelillis – erano in una busta e avvolti da fascette». Nella partita, durante la quale i giallorossi guadagnarono la salvezza in A, Masiello ha ammesso di aver volontariamente fatto autogol in cambio di 50mila euro consegnati nelle sue mani e dei 180 mila euro che si spartirono Carella e Giacobbe. La consegna del denaro avvenne in un hotel alle porte di Lecce il 22 agosto 2011. Quarta, che ha assieme al padre un’azienda di generi alimentari e di forniture dolciarie, è candidato per una lista civica collegata al Pdl al Comune di Lecce. È un volto noto della movida salentina ed è molto vicino ai figli del patron del Lecce. Negli atti giudiziari precedenti le confessioni dei tre è indicato da un indagato come un amico del figlio del presidente del Lecce, Giovanni Semeraro. Ma sul punto il presidente dei giallorossi ha da subito affermato che la società è «completamente estranea» a qualsiasi combine. Quarta è iscritto nel registro degli indagati per frode sportiva e sul suo conto sono in corso accertamenti, anche bancari.
Sempre oggi Quarta è uscito allo scoperto. Si è difeso, ha detto ai giornalisti di essere a disposizione degli inquirenti baresi per «chiarire ogni circostanza, per fatti privi di fondamento». Ha sottolineato anche di «essere stato maldestramente tirato in causa» e di «non essere scappato da Lecce: sono solo fuori dalla mia città. Mi addolora – ha concluso – che tutto ciò arrechi ingiustamente dolore ai miei familiari e ai miei amici e mi auguro che la barbarie non arrivi fino al punto di strumentalizzare politicamente la grottesca vicenda». Tornando agli interrogatori di Carella e Giacobbe (secretati dal pm) sarebbe emerso che si è parlato anche delle pressioni fatte dagli ultrà per far perdere ai biancorossi (già retrocessi) alcune partite per vincere le scommesse ma soprattutto Carella, in quattro ore di audizione, avrebbe tirato in ballo alcuni calciatori del Bari che avrebbero preso soldi per truccare alcune partite. Dai verbali riempiti dai tre arrestati c’è materiale sufficiente per scatenare una nuova tempesta made in Bari sul calcioscommesse.

Fonte: Il Mattino

La Redazione

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