A volte, le parole sono superflue: e può bastare il silenzio, una smorfia oppure un’espressione per lanciarsi un messaggio, per trasmettere le sensazioni, per indurre a intuire. La fitta che cambia i connotati e trasforma un volto in una maschera è un bollettino medico e la clessidra può già partire: stiramento all’adduttore della gamba destra. In termini pratici, un mesetto o giù di lì a mordere il freno, ad aspettar Gargano, a risistemare la metà campo e a sfidare l’emergenza.
STAKANOV – Il metodo Mazzarri va in soffitta per esigenze, ma la statistica aggiunge un altro elemento alla casistica: l’ottava partita consecutiva lascia il segno su quei muscoli affaticati, su quella struttura sovraccaricata, e il rimpianto per un turn over accennato s’impadronisce delle riflessioni. Il signor Stakanov, tabellini alla mano, è il mediano tutto grinta e scatti, un millepiedi che dal 14 settembre al 23 ottobre non s’è negato neanche un minuto, ribaltando le gerarchie iniziali: in panchina a Cesena, poi titolare a Manchester – contro il City – e da quel momento sempre, zompettando felice (e recentemente stanco), andando a pressare chiunque, pure l’erba, da omino di gomma che cade e si rialza.
Lo stop è una casualità, un incidente di percorso, una fermata obbligatoria che irrita Gargano ma che appartiene alle dinamiche di un’annata densa – in campo il sabato e il martedì, la domenica e il mercoledì – e che avalla il teorema Mazzarri (alla terza consecutiva, alla quarta al massimo, bisogna avvicendare), rimasto inespresso per mancanza di interpreti nel ruolo.
RIECCO DZEMAILI – Fuori Gargano e dentro, di slancio, Dzemaili, che al Sant’Elia ha la possibilità di ritrovarsi per un’ora e mezza e di consegnarsi tonico a Mazzarri, aspettando l’Udinese e poi il Catania e poi anche il Bayern Monaco, con l’entusiasmo confessato nel bel mezzo d’un match rimasto espresso per metà: «Sto bene, l’infortunio è dimenticato, ora guardo avanti. E’ stata una partita dura, su un campo difficile». E a modo suo anche velenoso: con Gargano messo fuori causa e spedito in infermeria, al fianco di Donadel, l’altro interditore di metà campo inutilizzabile, pardon inutilizzato. Sta peggio lui, di certo: zero minuti, zero speranze immediate.
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
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