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Ghisoni: “Siamo tutti un po’ Gasperini, non dobbiamo lasciarlo solo”

"La missione del Gasp ostacolata da gentaglia che incute paura e vuole isolarti"

Che centra la Giovane Italia con il j’accuse di Giampiero Gasperini ad un paio di delinquentucoli da vicoli portuali che dietro la qualifica ufficiale di “ultras” si spacciano per “tifosi” genoani? Molto. Nonostante le apparenti distanze. Perché’ Gasp prima di tutto e’ uno di quelli che hanno la schiena dritta e che ha scritto qualcosa a livello calcio giovanile italiano. Prima con la Juventus, poi col Crotone. E da diverse annate col Genoa. El Shaarawy, Perin, Sturaro e Mandragora sono senza dubbio i prodotti piu’ spendibili del recente vivaio grifone. Che Giampiero ha svezzato, catechizzato, custodito e a volte cazziato sempre con una finalita’. Farli diventare giocatori di prima squadra del club che lo stipendia. Questa e’ la sua missione. Che vive spesso ai limiti della sindrome di accerchiamento. Tra urla, manie di perfezionismo e chiacchierate di estrema cordialita’ con chi vuole ricordargli le origini da dove e’ partito. E’ un’innamorato del calcio che , non bastassero i risultati, a Genova andrebbe clonato proprio per questo suo viscerale senso di appartenenza al club più antico d’Italia. Per noi della Giovane Italia uno che (solo ultimamente) fa esordire un 97 italiano contro la Juventus dei marziani non ha bisogno di ulteriori attestati di stima.

Giampiero e’ genuino e ama le scommesse di casa nostra. “Se un giovane e’ pronto, te lo fa capire. Tu devi solo essere bravo ad ascoltare”. Quando abbiamo scoperto che si piazza davanti alla tv per non perdersi una nostra puntata, abbiamo capito che meritavamo la sua stima.

Capite di piu’ allora perché, essendo la stima ricambiata,  in uno scontro simile, contro marmaglia che incute paura e vuole isolarti, non ce la sentiamo di lasciarlo solo.

Scopriamo chi lo vuole mettere in discussione? O peggio in croce, ergendosi a “tifoso del Genoa”? Un paio di mentecatti senza arte ne parte passati alla storia per fedine penali sporche, minacce a giocatori di levarsi la maglia o altre belle medaglie simili?

Piantiamola con l’ipocrisia del silenzio. Il calcio italiano , per colpa di questa gentaglia, naviga a vista tra pestaggi, minacce, insulti e danni fisici e morali. E restando al Nord, per feccia simile di connotazione bresciana,  ha pure rischiato (LGI l’ha gia’ denunciato mesi fa,,) di perdere un altro signor allenatore come Fabio Gallo. Uno che di energia e passione allo stato puro, tra Masina, Grassi, Almici, Gagliardini, Varano , ne ha investita.

E’ un ragionamento semplice e logico da parte nostra.  Tuteliamo quei pochi allenatori che sanno come crescere e valorizzare  i giovani di casa nostra.

Facciamo quindi sentire la vicinanza a chi ha gli attributi di mettersi contro alla buzzurra giungla del pallone.

Cobra, Vipera o Avvoltoio. Ci fate piu’ ribrezzo e disgusto che pena. Come ha detto Gasp , inanzitutto, per il vostro essere viscidamente e fintamente “tifosi”.

Per fare la parte dei dispiaciuti e addolorati per le sorti del club. Quando vi importa solo segnare il vostro territorio da rubagalline.

L’esempio piu’ eclatante, visto con i miei occhi da bordocampo, per spiegare il vostro essere pateticamente contriti per una disgrazia,  e’ datato agosto di qualche stagione fa.  Memorial Spagnolo. Accompagnate in 4 o 5 i genitori di Vincenzo in campo sotto la curva. Li sorreggete.  Ne bastano due di voi Bravi. E mentre da capopopolo, aizzate la curva a celebrare un lutto, contestualmente un paio di vostri luogotenenti si imboscano sotto il giaccone i palloni che i portieri usano per il riscaldamento. Questi siete voi. Opportunisti di bassa lega, in nome e per conto di una fede calcistica.

Quella che abbiamo anche noi. In qualcuno che prima o poi si renda conto che siamo in Europa. E che per farvi fare la fine che meritate, bastera’ solo copiare chi ha iniziato anni fa.

Fonte: Paolo Ghisoni per lagiovaneitalia.net

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