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Giordano fa l’assist a Cavani: «Una prodezza per la finale»

Dieci gol per l'ex bomber nell’anno dell’ultima Coppa conquistata dal Napoli

«Spero che il Napoli ce la faccia, un posto all’Olimpico per la finale non me lo toglierebbe nessuno». Bruno Giordano è uno dei pochi calciatori ad essere amato da due tifoserie, quella della Lazio, la squadra che lo ha lanciato, e quella del Napoli, la squadra con cui ha vinto lo scudetto nell’87. E, subito dopo la festa del 10 maggio, vi fu il trionfo a Bergamo. In calce alla conquista della terza e ultima Coppa Italia degli azzurri la firma del bomber di Trastevere: 10 gol, il doppio di quanti ne segnò in campionato. E infatti nella foto scattata sul campo dell’Atalanta ci sono le mani di Giordano sul trofeo. Lo sentì fortemente suo.
Dieci gol in Coppa Italia e cinque in campionato: come mai?
«Perché in quella stagione la Coppa la vivemmo senza pressioni, divertendoci, magari cogliendo l’occasione per festeggiare la precedente vittoria in campionato. Così, con questo spirito, riuscimmo a vincere tutte le tredici partite. In campionato mi sacrificavo di più per la squadra, a volte in un ruolo non mio, mentre in Coppa ero più libero di muovermi e di cercare il gol. Non sottovalutammo l’impegno, ovviamente. Dopo aver vinto lo scudetto vi furono le due finali contro l’Atalanta e le affrontammo con lo spirito giusto: infatti, non vi furono discussioni nei centottanta minuti. Centrammo il doppio obiettivo scudetto-Coppa e soltanto alla fine ci rendemmo conto di essere riusciti a realizzare qualcosa di straordinario».
La Coppa era differente da quella di oggi.
«Certo, noi giocammo undici partite prima della doppia finale, adesso possono bastarne cinque o sei per arrivare al trofeo. Fu un’esperienza magnifica per tutti e auguro al Napoli e ai suoi tifosi di ripeterla».
Bisogna eliminare il Siena, intanto.
«Non sarà facile almeno finché il Napoli non riuscirà a sbloccarla, perché dopo un gol degli azzurri gli avversari dovrebbero aprirsi e concedere spazi a Cavani e ai suoi compagni. Ha ragione Mazzarri quando dice che non bisogna sottovalutare il Siena: questa squadra parte dal 2-1 e ha ottenuto risultati importanti in campionato ed è riuscita ad arrivare alle semifinali di Coppa Italia. Ma il Napoli attraversa un bel momento, come si è visto a Udine: tutto quello che è accaduto nel secondo tempo della partita di domenica fa capire che gli azzurri hanno assorbito l’eliminazione dalla Champions League».
Il protagonista è stato ancora una volta Cavani, dal rigore fallito alla fantastica doppietta.
«Cavani non sorprende più perché ha una regolarità impressionante, direi disarmante. I gol vogliono dire tanto, ma non tutto, perché contano le prestazioni e il Matador sta giocando da quasi due anni su altissimi livelli. È un attaccante moderno, pronto a sacrificarsi per la squadra, l’ideale per tutti gli allenatori».
Sbaglia troppi rigori, però.
«Questo è strano perché Cavani dà la sensazione di essere un calciatore e un uomo equilibrato, in grado di saper gestire le emozioni. Dovrebbe allenarsi un po’ di più e soprattutto avere maggiore tranquillità quando va sul dischetto: chissà a Udine cosa gli è passato per la testa… Edinson e il Napoli hanno dato una prova di grande maturità, comunque. Dopo l’eliminazione dalla Champions, le due reti dell’Udinese e il rigore fallito c’era il rischio di un tracollo e invece la risposta è stata eccellente. Il Napoli è lanciatissimo, in piena corsa per il terzo posto e la finale di coppa Italia».
Possibile centrare entrambi gli obiettivi?
«Possibile, certo, anche se le rivali per la terza piazza e per l’eventuale finale di Coppa Italia sono di alto livello. Mazzarri e gli azzurri stanno portando avanti un lavoro straordinario, meritano un’altra soddisfazione, così come il presidente De Laurentiis e la tifoseria. Dal 2004 ad oggi il cammino del club è stato straordinario e adesso sarebbe arrivato il momento di aprire la bacheca per sistemare un trofeo».
La quarta Coppa Italia a venticinque anni da quella conquistata con le prodezze di Maradona e i dieci gol di Giordano.
«E con quelli di tanti compagni, aggiungo: segnammo un po’ tutti giocando con tanta allegria. Prenoto un posto nella tribuna dello stadio Olimpico per la finale, vorrei assistere allo spettacolo che saprebbero offrire il Napoli e i suoi quarantamila tifosi».

Fonte: Il Mattino

La Redazione

M.V.

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