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GRAFICO – Il Napoli e i diritti d’immagine, organizzazione di una piccola: c’è un doppio svantaggio!

"Consigli? Bisogna migliorare l'organizzazione societaria"

De Laurentiis e il Napoli sono pronti a concedere a Mauro Icardi il 50% dei diritti d’immagine, operando uno strappo alle rigidissime regole societarie, derogate solo nei casi di Higuain, Benitez e Reina. I proventi nello sfruttamento dei diritti d’immagine sono da sempre uno dei nodi della società azzurra, che la rendono praticamente un unicum nel panorama nazionale e non solo. Il club chiede infatti per contratto che i calciatori versino nelle sue casse il 100% delle entrate da sponsorizzazioni e pubblicità. Il Napoli, però, concede un compenso più alto. Un vantaggio? No, un doppio svantaggio, come sostiene Paolo Guida, vice presidente dell’Aiaf (Associazione Italia Analisti Finanziari) a Il Mattino: “Per i calciatori – inizia Guida – poco noti il problema dei diritti d’immagine è superabile, ma per i big è un disincentivo, li potrebbe tenere alla larga. La voce di bilancio “Proventi sfruttamento diritti d’immagine” ha fruttato quasi 27 milioni d’euro sui circa 1,2 miliardi, una nullità”. Importi lontani da quelli dei grandi club europei, che prevedono almeno una suddivisione dei diritti d’immagine alla pari con i calciatori, senza arrivare al caso opposto del Paris Saint-Germain (in cui gioca guarda caso l’ex azzurro Edinson Cavani), che lascia nelle tasche dei giocatori tutti gli introiti derivanti da pubblicità e sponsorizzazioni. “Il Napoli – continua Guida – vuole accentrare i diritti d’immagine, anche pagando compensi più alti. Gli sponsor forniscono migliaia di euro ai big, che fanno fatica ad abbandonare i loro sponsor se non dietro un aumento clamoroso del forfait pagato dal club. Consigli? Bisogna migliorare l’organizzazione societaria passando da una struttura familiare a un salto organizzativo nel marketing, mechandising, strutture e stadio, esprimendo finalmente le grosse potenzialità che ha il Napoli. Tornando allo sfruttamento dei diritti d’immagine, c’è una problematica di fondo. Se ci guadagna anche il calciatore, sarà lui stesso e il suo agente a procacciare contratti e a far guadagnare la società, che deve però organizzarsi per gestirli e sfruttarli al meglio. Bisogna quindi derogare al fondamentalismo della loro gestione al 100% e accettare una compartecipazione. Altrimenti il Napoli rimarrà poco attrattivo per i giocatori di livello. Il Napoli presenta il limite di alcune imprese italiane medio-piccole, che sono sane, ma hanno bisogno di fare un salto dimensionale e di investire per sfruttare al meglio tutte le potenzialità che hanno. Il club deve diventare più attraente per i grandi giocatori. Così sarà più competitivo in Europa”.

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