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Guglielmo Stendardo, il calciatore avvocato al San Paolo, dal suo primo sogno….

I consigli di papà Giovanni e i sogni legati allo studio, Guglielmo Stendardo non si accontenta di essere un calciatore di Serie A

Guglielmo Stendardo. Professione difensore, avvocato e, all’occorrenza, bomber. La stagione 2013/2014 è iniziata col botto per il difensore dell’Atalanta autore di due reti in due match e capocannoniere della sua squadra. Personalità versatile ed eclettica quella di Stendardo, del resto la nobile arte dell’arrangiarsi, del sapersi adattare a qualsiasi tipo di situazione e di contesto è una di quelle prerogative universalmente riconosciute ai napoletani; Guglielmo, infatti, è un figlio di Napoli. Un prodotto del vivaio azzurro, uno di quei pochi che è riuscito a debuttare nel calcio dei grandi con la propria squadra del cuore. Dopo la grande gioia per la vittoria della Coppa Italia Primavera nel ’96-’97 vinta contro l’Atalanta in finale, il 16 maggio del 1998, in un Napoli-Bari 2-2, Willy assaggia il prato del San Paolo e corona così il suo sogno di bambino. La sua avventura in maglia azzurra, però, finisce quasi subito. Dalla stagione successiva inizia la sua lunga esperienza nella serie cadetta; gioca per cinque stagioni alla Sampdoria poi Salernitana, Catania ed infine Perugia. Sono anni importanti questi per la formazione dello Stendardo calciatore, è nella gavetta della serie B che Guglielmo diventa quel difensore arcigno, tignoso e formidabile nel gioco aereo che oggi tutti conosciamo. Nel 2005-2006 il fallimento del Perugia di Gaucci apre a Stendardo le porte di Formello; il difensore si trasferisce alla Lazio di Lotito dove vi resterà sino al 2012, salvo l’anno e mezzo trascorso tra Juventus e Lecce. Quelle biancocelesti sono stagioni altalenanti dal punto di vista delle presenze ma fondamentali per l’affermazione di Willy nella massima serie. Dalla scorsa stagione, infine, Stendardo è passato all’Atalanta, alla corte di Pierpaolo Marino e di Stefano Colantuono. Nell’arco di questi 15 anni, però, il difensore di Casoria non si è accontentato di diventare un calciatore di serie A, Guglielmo non ha mai lasciato gli studi ed ha seguito i consigli di papà Giovanni: “Mio padre mi ha sempre incoraggiato a non lasciare gli studi. Lui non credeva che sarei riuscito a diventare un calciatore professionista; io l’ho ascoltato, ma sono anche riuscito a realizzarmi nello sport”. E nel 2008, infatti, arriva la laurea triennale in legge seguita poi anche da quella specialistica. Ma Willy è un ragazzo ambizioso e caparbio; non contento della laurea ha continuato a studiare per superare quanto prima l’esame di ammissione all’albo degli avvocati. È storia nota la querelle tra il difensore e l’Atalanta dello scorso dicembre. Alla vigilia della partita di coppa Italia persa dai bergamaschi per 3-0, Stendardo rifiutò la convocazione per recarsi a Salerno e sostenere una delle prove valide per l’esame da avvocato. Colantuono, come del resto la società, non la prese bene ritenendo “”non impellente” questa esigenza del difensore. La prova d’esame fu, comunque, brillantemente superata dal calciatore napoletano che, per evitare il ripetersi di una situazione spiacevole, ha deciso di anticipare la prova orale a quest’estate piuttosto che sostenerla in ottobre quando sarebbe sicuramente stato impegnato con l’Atalanta. Purtroppo l’esame non è andato bene e Guglielmo, almeno al momento, non vestirà la toga. Ma la caparbietà e la generosità di questo figlio di Napoli saranno premiate e, sicuramente, Stendardo riuscirà a realizzare il suo sogno da adulto: aprire a Roma uno studio legale specializzato in diritto sportivo. Buona fortuna!

Luigi De Magistris

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