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Hamsik ancora non c’è: “Non sto giocando bene, ma voglio tornare grande”

Marek ancora non c’è, o non del tutto, ed è necessario che già domani che arriva il Milan sia un giocatore migliore, e un atleta più pronto. Perché è chiaro che il Napoli ha un dannatissimo bisogno del vero Hamsik non solo perché la qualificazione alla finale di Coppa Italia rimane in bilico dopo il 3-2 dell’Olimpico ma anche perché c’è ancora la rincorsa alla Roma e al secondo posto. Oltre all’Europa League. «Non sto facendo benissimo, sono il primo a rendermene conto: so che tutti si aspettano molto da me e sono certo che tornerò presto quello di prima», sono le rassicuranti parole dello slovacco ieri a Radio Kiss Kiss.
Con la Roma è stato sostituito dopo 65 minuti, con l’Atalanta è stato tutto il tempo in panchina. Da quando si è fatto male, il 23 novembre dopo una manciata di minuti con il Parma, ha giocato una sola gara tutta per intero: la partita con il Chievo. Mettiamola così: Benitez non considera Hamsik un giocatore indispensabile. Non che lo ritenga inadatto o poco importante, ma pensa di poterne fare a meno senza drammi, cosa che magari non farebbe mai per Callejon, Albiol o Higuain.
Tutta colpa di quell’infortunio al piede che lo ha costretto a uno stop di un mese (prima di allora, però, per cinque volte era andato in panchina in nome del turnover). Al ritorno in campo, lo slovacco non era più «Marekiaro» (il copyright è dell’ex capitano azzurro, Paolo Cannavaro). Sei gol segnati fino ad adesso, esattamente come due anni fa (ma aveva fatto anche due reti in Champions, entrambi al Villarreal). Ha sempre fatto meglio nei sei anni di Napoli, con il boom, alla 22esima di campionato nella stagione 2008/09 (era già a quota nove). Non segna dal 2 novembre, dalla gara con il Catania: ma anche un anno fa rimase a digiuno dal 2 febbraio all’8 maggio. Insomma, a Marek capitano periodi un po’ così.
«Con Benitez mi trovo bene, c’è feeling: è un allenatore che ama il gioco d’attacco ma che ci chiede anche maggiore equilibrio nella fase difensiva: io con lui non posso che diventare ancora più forte», ha spiegato Hamsik ieri a Radio Kiss Kiss. E dire che tra i due l’idillio sembrava scontato: dopo le prima due partite lo slovacco era già a quota 4 gol (due doppietta all’esordio con Bologna e Chievo). La migliore partenza da quando è a Napoli: eppure, anche con Mazzarri aveva sempre iniziato a razzo (tranne nella stagione 2010/11) segnando sempre nelle prime partite. «Con Jorginho e Ghoulam non cambierà il nostro modo di giocare: sono sicuro che andremo avanti con questo modulo, che non ci saranno modifiche tattiche da parte del nostro tecnico. L’equilibrio dobbiamo darlo anche noi attaccanti. Il problema è sulle ripartenze perché spesso siamo scoperti», dice ancora Marek.
Per la sedicesima volta affronta il Milan da avversario: appena due gol realizzati (compreso uno quando era ancora al Brescia). Non è una partita come le altre: perché solo i rossoneri hanno fatto traballare le certezze azzurre di Hamsik. Una tentazione milionaria, una trattativa che si arenò dinnanzi al no di De Laurentiis: «Non lo vendo neppure per 100 milioni». Era il mister X di Galliani dell’estate 2011. «Col Milan è una partita complicata contro una squadra che sta risalendo la china. Due punti in tre partite sono troppo pochi per noi ma per la Champions è tutto ancora aperto». Ricorda la vittoria della gara di andata: «Una grande soddisfazione vincere al Meazza dopo tanti anni. I rossoneri sono forti, se stanno bene possono mettere in difficoltà chiunque: noi al secondo posto crediamo ancora». Ovvio, Marek è convinto anche che la rimonta con la Roma sia possibile. «Abbiamo giocato alla pari, hanno fatto due gol facendo tre tiri: non è che siamo particolarmente fortunati negli ultimi tempi».

Fonte: Il Mattino.

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