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Hamsik-gol, Napoli in orbita

 

La legge di Hamsik. Lo slovacco è uno di quei talenti a cui basta uno spunto per decidere una partita, come il diagonale dopo 83′ minuti di latitanza che lancia lancia il Napoli in orbita. Al passo con l’Inter, seconda in classifica un punto avanti, ma soprattutto a +9 sull’Udinese quinta in graduatoria e prima esclusa dall’Europa più preziosa. La certezza della qualificazione alla Champions League non arriverà con tre giornate di anticipo, visto che i friulani hanno il vantaggio degli scontri diretti, ma gli uomini di Mazzarri vedono un traguardo storico e meritato al termine di una stagione vissuta da protagonisti. L’1-0 contro il Genoa, vittoria che interrompe la striscia di due sconfitte (la peggiore stagionale dei Mazzarri boys), conferma che il Napoli è una squadra che non molla mai e che colpisce duro nel secondo tempo (36 gol su 55 dopo l’intervallo), quando i padroni di casa si sono fatti vivi con insistenza dalle parti di Eduardo, fondamentale nel tenere inviolata la porta del Genoa fino allo spunto vincente di Hamsik.

iIl Napoli ritrova Lavezzi dopo la squalifica. In difesa c’è Aronica e non Ruiz, a centrocampo Pazienza e non Yebda. Genoa in emergenza: tre squalificati (Palacio, Dainelli e Milanetto), Rafinha in campo con la febbre e tre Primavera in panchina. I padroni di casa provano ad imporre il gioco su un campo pesante per la pioggia, ma pendono a sinistra (dove la velocità di Lavezzi manda in crisi i difensori del Genoa) visto che a destra Maggio è stretto nella morsa di Criscito e Antonelli. Gli ospiti lasciano fare, rischiando grosso solo su un tiro da fuori di Lavezzi (12’) e un’incornata da centro area di Pazienza (20’), ma crescono alla distanza, con Criscito che si fa più intraprendente a sinistra e Floro Flores che gira attorno alla boa Paloschi per creare spazi. De Sanctis però non corre pericoli veri, e il primo tempo va in archivio senza tiri in porta e col Napoli al 62% di possesso palla.

Il Napoli è più pericoloso nella ripresa e diventa inquilino stabile della metà campo del Genoa. Lavezzi è ispirato, Hamsik e Cavani un po’ meno ma basta la loro presenza a far paura. Il San Paolo, che si scalda anche sotto il diluvio, non ha però fatto i conti con Eduardo, spesso colpevole delle disavventure stagionali dei rossoblu, ma stasera in stato di grazia. Il portiere portoghese nega il gol a Yebda (subentrato a Pazienza) al 17’, poi si ripete sul colpo di testa ravvicinato di Lavezzi al 23’. E quando non ci arriva in prima persona si fa dare una mano da Criscito (in due occasioni toglie a Maggio un facile tap-in) e dalla faccia di Kaladze (protagonista di un salvataggio “involontario” al 22’, quando facilita l’intervento del portiere dopo un colpo di testa mancato di Cavani). Ballardini nel frattempo prova a vincere inserendo un attaccante in più, Jelenic, ma finendo per sbilanciare la squadra. E il Napoli è in agguato e colpisce, al 38’: rilancio lungo di Aronica, spizzata di testa di Cavani per Hamsik, che approfitta del metro che gli concede Criscito per battere Eduardo firmando la sua rete numero 11 in Serie A nel 2010-11. Il Genoa, che nel 2011 fuori casa ha vinto solo nel recupero del derby con la Samp, ci prova e nel finale mette qualche brivido al Napoli, ma la porta di De Sanctis non crolla: gli uomini di Mazzarri si mettono alle spalle le due sconfitte consecutive e tornano a vedere la Champions.

La Redazione

P.S.

Fonte: Gazzetta.it

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