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Hamsik: “Scudetto, si può”

Il centrocampista slovacco: "Il pubblico napoletano merita dei successi e noi lo vogliamo accontentare"

Il vanto dell’Est è in quello sguardo teneramente impenetrabile, da uomo che (in teoria) non deve chiedere mai: e poi, però, l’onda anomala e travolgente apre crepe e lascia intravedere che sotto la scorza d’un duro, batte un cuore. «Non credevo foste così tanti, né che arrivaste a tanto. I tifosi del Napoli sono unici, in Italia non c’è gente che sappia trasmettere il proprio amore in eguale misura. E pure stasera mi avete emozionato». Casa Hamsik è ovunque, in Slovacchia – a Banskà Bystrica – e a Castelvolturno, a Napoli e stavolta pure a Taurano, il paese incantanto che gli ha aperto le porte, gli ha concesso le chiavi della città e poi l’ha fatto accomodare in Comune, cittadino onorario acclamato a furor di pollo e nel bel mezzo d’un Consiglio che gli offre il passepartout per quella Valle all’unanimità

FOLLA DA STADIO – E’ qui la festa, tra valli che riconsegnano alla natura, in una dimensione familiare che riconduce al focolaio domestico: mille settecento abitanti e son tutti intorno al Municipio e per le stradine, per un autografo, una foto e una dedica che sa di genuinità. «Marek Hamsik è uno di noi». Marek è uno di Taurano, lo spicchio dell’Irpinia che va a baciare, territorialmente la provincia di Napoli, il feudo d’una passione senza confini nel quale il sindaco, Antonio Graziano, invita il console onorario dell’ambasciata slovacca – Lubica Mikusova – e il console a Napoli – Francesca Serao Giratti, ma anche papà Hamsik, Richard, e Martina, la moglie d’un uomo che riesce a scatenare una ola da stadio attraverso un’irruzione politicamente correttissima e però assai sincera. «Io so, perché in cinque anni ne ho avuto prova, di quanto la gente mi voglia bene. Il calore che ricevo dai sostenitori del Napoli è introvabile in qualsiasi altra parte. Sono orgoglioso di ciò e vi sento vicini come se fossimo allo stadio». 

JUVE, CI SIAMO – La serata d’onore è un abbraccio collettivo e incontenibile, con Taurano che viene assistita dai fans del circondario e (almeno) tremila tra uomini, donne e bambini che inseguono uno sguardo, quei sorrisi d’una felicità palpabile e la speranza per potersi poi lasciare andare. «Ora arriva il Chievo e noi dobbiamo pensare alla partita di domenica sera, però senza dimenticare le sconfitte con la Juventus e quella con la Dnipro. Da gare del genere bisogna trarre insegnamento, però è anche chiaro che noi guardiamo avanti. E visto che tutti, ovviamente, mi chiedono dello scudetto io dico: sognare è possibile». 
L’EUFORIA – Il bagno di folla è nell’aria dalle sei della sera, un’ora e venti minuti prima che Hamsik sbuchi in piazza, circondato dal cordone protettivo che rischia di saltare: c’è Taurano (ma non solo) che l’attende e in quell’universo che sprizza gioia da ogni poro, Lubica Mikusova, il console slovacco, scorge l’autorevolezza d’un connazionale divenuto simbolo e «ambasciatore» del mondo della sua gente: «Marek è una persona deliziosa, non solo un grandissimo calciatore. In Slovacchia tutti oramai fanno il tifo per il Napoli, perché lui è un idolo collettivo. Mi verrebbe da dire una nostra bandiera universale». 
CREDERCI SI DEVE – Il protocollo è articolato, prevede persino gli inni nazionali, poi l’appello dei consiglieri presenti e il conferimento della cittadinanza onoraria, un rapido palleggio per inaugurare il campetto che sta a due passi da quella gigantesca massa umana che lo insegue e lo divora con gli occhi, e poi mani che s’allungano e domande che s’accavallano e si sommano e poi scalano sommità prevedibili che conducono lassù, in cima ai propri desideri: «Se possiamo vincere lo scudetto? Vediamo….Però io sono fiero di quello che questa terra mi sta regalando, ogni giorno e sempre di più. Anche la manifestazione di stasera, l’entusiasmo di Taurano, questa simpatia così imponente che c’è con i miei connazionali, accrescono in me convinzioni che ho già ribadito più volte in passato. Sono felicissimo di essere qua: i tifosi del Napoli e voi tutti siete stati capaci di stupirmi. Nessuno è come qui e sognare è possibile». 
Fonte: Corriere dello Sport
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