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Higuain, il campione di umiltà che si allena a Castel Volturno

NAPOLI – Se c’è l’uomo, ci sarà anche il campione. Si dice così al cospetto di un calciatore che ha già mostrato di possedere talento ma deve ancora sprigionare per intero la sua potenzialità tecnica. E Gonzalo Higuain, il bomber che fa sognare i tifosi del Napoli, ribadisce di giorno in giorno di possedere anche qualità morali tanto da lasciare prevedere un futuro da campione. In questa settimana, mentre molti suoi compagni hanno raggiunto le rispettive nazionali, lui è rimasto a Castelvolturno per completare la tabella di lavoro che prevede il raggiungimento della condizione migliore alla ripresa del campionato. Niente nazionale per lui. Il Pipita dovrà scontare la squalifica rimediata contro la Colombia a luglio scorso e non farà parte della formazione albiceleste inpegnata in casa del Paraguay, ad Asuncion, martedì prossimo. Ed è rimasto a Napoli ad allenarsi. Ha rimosso i punti di sutura dopo la ferita provocata dallo scivolone sugli scogli di Capri; ha lavorato sotto la guida di Paco de Miguel, il preparatore atletico di Benitez; si è sottoposto volentieri a delle foto-ricordo con i bambini che stanno partecipando al campus estivo organizzato dalla società. Sorridendo. Poggiando la mano sulla spalla a quei bambini increduli quanto felici. Scambiando qualche tocco con il pallone con loro. E come se non bastasse si è concesso qualche puntata in un ristorante tipico della città firmando autografi e promettendo altri gol.

ALLA MANO – Un ragazzo semplice e sensibile, questo è il Pipita, il bomber che ha accettato di lasciare il Real Madrid per abbracciare un nuovo progetto ideato nella casa che fu di Maradona. Poco se n’è importato che prima di lui avesse indossato la stessa maglia un attaccante, Cavani, che aveva realizzato una marea di gol, 104 in tre stagioni. Higuain è troppo sicuro di sè. Possiede autostima da vendere. Ha accettato l’invito di Benitez sposando la causa di una squadra che sente molto vicina per aver annoverato tra le sue fila argentini che hanno lasciato il segno. Non solo il mitico Maradona ma anche Sivori, Pesaola e tanti altri ancora. El Pipita si è sentito come a casa propria fin dal primo giorno. Ha iniziato lui per prima a mettersi al servizio dei compagni:  «Ragazzi, sono venuto qui per vincere insieme con voi». Ha cominciato a familiarizzare con i nuovi compagni (con Albiol e Callejon aveva già diviso lo spogliatoio a Madrid). E poi ha cominciato a giocare per il collettivo piuttosto che cercare la via del gol già alla prima uscita. Gol che poi ha trovato alla seconda giornata in casa del Chievo Verona, dopo averlo ideato e chiesta la collaborazione di Lorenzo Insigne, puntualmente ricevuta. Una rete che solo un campione vero avrebbe potuto concepire. Eppure prima di sbloccarsi, Higuain aveva servito in un piatto d’argento, l’assist-gol per Callejon.

IL TECNICO – Contento Benitez che ne aveva suggerito l’acquisto. Ancora più contento l’allenatore per la squalifica rimediata con la nazionale: Gonzalo non dovrà sottoporsi ad una trasvolata oceanica, può lavorare a Castelvolturno e migliorare ancora la condizione atletica, arrivare così al top della forma ed incutere terrore alle difese avversarie. Così giovane ma anche così convinto di arrivare in alto. Higuain si avvale dei consigli di papà Jeorge, ex difensore con un’esperienza in Francia, al Brest, dove nacque Gonzalo, e dei suggerimenti raffinati della mamma, pittrice. E poi gode dell’imprimatur di due grandi del calcio mondiale: Daniel Passarella che lo impiegò nel River Plate e Diego Armando Maradona che lo lanciò in nazionale a soli 21 anni contro il Perù dove bagnò il debutto con un gol. Già, Maradona. El pipita ha avuto modo di toccare con mano il segno lasciato a Napoli dal suo ex ct. Ha potuto confrontare il calore del San Paolo con quello del Bernabeu. Ma vorrebbe presto far gol anche a Fuorigrotta per sentire il suo nome scandito dall’altoparlante ed accompagnato dal coro dei tifosi. Magari aggiustare la mira in campionato per poi concedere il bis in Champions e mandare in visibilio la folla di Fuorigrotta come usava fare in ogni gara il suo illustre predecessore, nonchè ex ct, Diego Armando Maradona. E perchè no, rivisitare un’antica canzoncina cambiando solo il destinatario: «Oh mama mama, ho visto Higuain».

Fonte: Corriere dello sport

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