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Higuain ruggisce, Gargano ed Albiol difendono: al Napoli basta un gol del Pipita

Un Napoli attento ha ragione di una Lazio incerottata: ottima la prova difensiva di Rafael ed Albiol. Esordio più che positivo per Strinic

Le indisponibilità di Zuniga, oramai infortunato cronico, la convocazione di Ghoulam in Coppa d’Africa e la squalifica di Britos, costringevano Benitez a reinventarsi la corsia mancina difensiva: il nuovo arrivato Strinic, fermo da due mesi, e il tuttofare Mesto che però avrebbe dovuto adattarsi in un ruolo non suo. La scelta è caduta sul terzino croato, per sfruttare le sue doti naturali di difensore puro a contrastare le incursioni di Candreva. Novità anche sulla linea dei trequartisti, dove il tecnico spagnolo optava per l’inserimento di Mertens al posto di Marek Hamsik. L’idea era di sfruttare la vivacità dell’esterno belga e inserire De Guzman alle spalle di Higuain. Immutato il modulo che resta il marchio di fabbrica di Rafa Benitez.

Vantaggio Napoli – La Lazio parte forte, Pioli ordina una linea difensiva alta che obbliga il Napoli a ripartire in contropiede: Higuain si muove su tutto il fronte d’attacco provando ad innescare gli inserimenti di Mertens e Callejon. Gargano e David Lopez assicurano il solito appoggio sia in fase di spinta che di copertura. Al 18′ arriva il vantaggio, firmato Higuain: Mertens recupera una palla a centrocampo e serve l’argentino che da posizione defilata fulmina Berisha sul primo palo.

Momento Lazio – Il vantaggio azzurro appaga momentaneamente il Napoli che preferisce attendere gli avversari e lasciare la scena alla Lazio. I padroni di casa provano a scuotersi ma la difesa azzurra resta attenta concedendo ben poco. Benitez ordina ai suoi di restare compatti, Gargano e Mertens arretrano molto. La marcatura asfissiante di Strinic, obbliga Candreva al cross dalla trequarti: Rafael devia sulla traversa un colpo di testa di Parolo; Cavanda appoggia tra le braccia di Rafael un taglio sempre dalla trequarti. Il pressing biancoceleste è continuo ma non porta i risultati sperati: una manovra lunga e farraginosa che permette agli azzurri di posizionarsi e ripartire. De Guzman è abile a galleggiare tra la linea dei centrocampisti e quella d’attacco.

Ripresa – Alla Lazio manca un riferimento in attacco e Pioli inserisce Klose per Ledesma, passando ad un 4-2-4 iper offensivo ma è ancora il Napoli a sfiorare il colpo del K.O. in due occasioni con Higuain: il Pipita è incontenibile, autentico leader in campo pronto a spronare sia Mertens che De Guzman. Alla mezz’ora comincia la partita di Hamsik: il capitano rileva Mertens, alla ricerca della miglior condizione ma autore, comunque, di una buona prestazione. Non cambia il leitmotiv della partita che resta quello del primo tempo: lanci lunghi della trequarti a sorprendere la difesa partenopea, autrice nel complesso di una prova più che sufficiente. Pesa, nell’economia della partita, il giallo rimediato da Gargano che lo costringerà a saltare la sfida col Genoa al San Paolo.

Nervosismo – Accesi i duelli verbali tra Cana e Callejon da una parte, e Candreva con Higuain dall’altra: hanno la meglio i calciatori del Napoli con lo spagnolo che riserva una linguaccia al difensore albanese mentre il Pipita invita tutti alla calma prima di lasciare il campo a Duvan Zapata.

Arbitro – La Lazio chiede un rigore per un doppio tocco di mani di Albiol prima, ma lo spagnolo ha il braccio lungo il corpo, e di Maggio poi. Rizzoli grazia due volte Parolo, ammonito nella prima frazione di gara e meritevole del secondo giallo.

Gioco di squadra – Una vittoria figlia del gioco di squadra e del gruppo, come dimostra la dedica a Lorenzo Insigne. Prestazione da incorniciare del centrocampo che ha lasciato poco o nulla alla Lazio: attenta anche la difesa azzurra che ha costretto gli avversari a giocare a distanza. Ottima la prova di Rafael; il portiere si è fatto trovare pronto in ogni situazione critica. Buona nel complesso la prestazione di Callejon, dove non riesce in campo compensa col carattere. Higuain resta è il valore aggiunto di una squadra che giocando collettivamente riesce a sopperire ad alcune lacune tecniche individuali: corsa, grinta e gol. Tutto quello che serve per essere il leader.

A cura di Francesco Gambardella

 

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